Cammino sinodale: diocesi Perugia, “occasione per riscoprirsi una Chiesa in comunione” e “che ha bisogno anche dei lontani”

“Alcuni avevano il timore (vissuto nelle precedenti esperienze sinodali) di arrivare a produrre i soliti documenti sterili e non incisivi, oltre al timore di non trovare dialogo e convergenza tra laici e clero. Abbiamo scoperto invece la bellezza dell’incontro, del dialogo e dell’ascolto nello Spirito Santo, scoprendo che la Chiesa ha bisogno di tutti, anche dei lontani. Questo evento ha risposto alla grande attesa e necessità, in molti, di essere coinvolti e ascoltati, che è proprio una delle finalità del Cammino sinodale”. È quanto si legge nel documento che sintetizza il lavoro compiuto nella diocesi di Perugia-Città della Pieve nella prima fase del cammino sinodale, avviata nell’ottobre scorso e che ha visto coinvolti 136 gruppi formati in gran parte da laici e composti complessivamente da oltre mille persone.
“Si deve rilevare, purtroppo, che manca una modalità e una formazione a camminare insieme – sottolinea il documento –, sia all’interno delle nostre parrocchie sia nel rapporto con la società civile, come se essere cristiani fosse solo una relazione personale con il Signore. Diversi gruppi hanno sentito l’esigenza di allargare la cerchia dei soliti noti, frequentando le periferie, imparando ad apprezzare i consigli che possono venire da tutti”. Al termine, la convinzione diffusa è che “l’esperienza del Cammino sinodale è stata una grande opportunità e occasione per ‘pensarsi in relazione’, per riscoprirsi una Chiesa in comunione: l’incontro tra praticanti e non, ha fatto riscoprire che non esistono fedeli di diverso livello e valore, ma esiste un solo ed unico popolo di Dio in cammino verso il compimento al suo destino. Vivere la Chiesa nell’esperienza sinodale ha voluto dire per tanti incontrare Gesù nei veri problemi, nei desideri e nelle domande, nella vita delle persone”. “Il Cammino sinodale – si legge ancora – è stata una vera esperienza che proietta la Chiesa verso un suo reale rinnovamento e riforma” e che “ha riacceso l’aspettativa di una Chiesa più vicina alla gente; ha rivalutato il desiderio di dialogo e di confronto tra i partecipanti, siano essi membri di organismi ecclesiali, di movimenti o gruppi ecclesiali o semplicemente laici attratti dalle tematiche proposte”.

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