Processo in Vaticano: Di Ruzza, “miei unici interlocutori il Papa e i suoi collaboratori”. Prossima udienza il 5 maggio

“L’Aif ha agito in maniera corretta, nei limiti del proprio mandato, e nel rispetto delle prerogative dello Ior”. Lo ha detto l’ex direttore dell’Aif, Tommaso Di Ruzza, nella tredicesima udienza del processo in corso in Vaticano sugli investimenti finanziari della segreteria di Stato a Londa. Durante l’udienza, durata quattro ore e mezzo e cominciata nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani con un’ora di ritardo – ha riferito il “pool” di giornalisti presenti – Di Ruzza ha rilasciato una dichiarazione spontanea in cui ha ribadito: “Ho agito sempre e comunque nell’esclusivo interesse della Santa Sede, in linea con il mandato che mi era conferito e nei limiti delle informazioni disponibili”. Nella parte iniziale dell’udienza, il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha letto un’ordinanza che rispondeva all’eccezione di nullità presentata dall’avvocato Lugi Panella riguardante la copia forense del pc e dei dispositivi elettronici del suo assistito. Pignatone ha definito quelle del difensore “irrituali espressioni”, in particolare quando quest’ultimo ha parlato di una presunta “logica incompatibile con i canoni del giusto processo”, e ha disposto il non luogo a procedere, in quanto l’attuale istanza reiterava altre istanze già presentate e respinte. La difesa, a sua volta, si è riservata di impugnare l’ordinanza. L’udienza prevista per domani non avrà luogo e il processo riprenderà il 5 maggio con l’interrogatorio del cardinale Becciu, che proseguirà anche il 18 maggio. Le altre date delle udienze calendarizzate dal presidente Pignatone al termine dell’udienza odierna sono il 20 maggio, il 30 maggio, il 31 maggio e il 1° giugno.

“Nel corso del mio servizio all’Aif iniziato nel 2011, e in particolare dal 2015, anno in cui fui nominato direttore – ha reso noto Di Ruzza – non ho mai conosciuto o tenuto rapporti con il dott. Fabrizio Tirabassi, il dott. Gianluigi Torzi, il dott. Raffaele Mincione, l’avv. Nicola Squillace, il dott. Enrico Crasso, o la dott.ssa Cecilia Marogna. Di contro, ho conosciuto per ragioni istituzionali mons. Mauro Carlino – con il quale non ho mai intrattenuto alcun rapporto in relazione ai fatti oggetto del processo, se non per fissare incontri con il sostituto mons. Edgar Peña Parra – così come il cardinale Giovanni Angelo Becciu, che ho incontrato due volte in Segreteria di Stato nel 2018, in merito a questioni d’ufficio estranee ai capi di imputazione”. “La mia utenza cellulare non è presente in alcuna chat agli atti del processo e le mie frequentazioni sono state sempre facilmente riscontrabili”, ha aggiunto, puntualizzando che, “in relazione alle vicende oggetto del procedimento, i miei unici interlocutori sono stati Sua Santità Papa Francesco, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, e il Sostituto mons. Edgar Peña Parra, i vertici dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior), il presidente dott. Jean-Baptiste Douville de Franssu, e il direttore Generale dott. Gianfranco Mammì, oltre che – per ovvie ragioni d’ufficio – l’allora presidente dell’Aif dott. René Brülhart”.  Nel primo incontro con il Santo Padre, il 26 marzo 2019, Di Ruzza ha riferito di averlo informato “circa gli esiti delle prime analisi svolte a seguito della comunicazione della Segreteria di Stato all’Aif del 22 marzo 2019”. “Il Santo Padre mi riferì di avere invitato il Sostituto mons. Peña Parra a rivolgersi al presidente e al direttore dell’Aif in quanto persone di fiducia della Santa Sede”, ha dichiarato Di Ruzza: “Sul merito della vicenda egli disse, in sintesi, che era interesse della Santa Sede voltare pagina e in tale contesto si collocava la decisione di una gestione diretta, senza intermediari, dell’immobile di Londra. Chiese quindi espressamente di fornire assistenza al Sostituto. Seguirono altri incontri e contatti, anche telefonici, di aggiornamento, nel periodo marzo-settembre 2019, dei quali mi riservo di indicare con precisione le date non appena prenderò possesso dei miei dispositivi”. Di Ruzza ha reso noto inoltre di aver avuto “incontri regolari” con il cardinale Parolin, “in merito sia alla richiesta di anticipazione di liquidità formulata dalla Segreteria di Stato allo Ior, e sia alle attività istituzionali condotte dall’Aif a livello interno e internazionale”. In particolare, nel corso dei colloqui, in relazione alla vicenda dell’immobile di Londra, “è stata sempre espressa la volontà di non avviare alcun contenzioso e di giungere ad una soluzione transattiva delle questioni pendenti nell’interesse della Santa Sede, tenuto conto dei contratti firmati e ratificati nel novembre e dicembre 2018. Ho poi avuto incontri con il cardinale Parolin nel periodo marzo-settembre 2019, dei quali mi riservo di indicare con precisione le date non appena prenderò possesso dei miei dispositivi”. Infine, anche con il Sostituto mons. Peña Parra “i contatti e gli incontri sono stati frequenti nel periodo marzo-settembre 2019”: “Anche in questo caso – ha affermato Di Ruzza – mi veniva rappresentato che era volontà dei superiori quella di non avviare contenziosi e di giungere ad una soluzione bonaria nell’interesse della Santa Sede, tenuto conto dei contratti firmati e ratificati nel novembre e dicembre 2018”.

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