Consiglio d’Europa: Mattarella a Strasburgo, “vocazione a essere la casa comune europea”

(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Parlando a Strasburgo al Consiglio d’Europa, dove ha incontrato i vertici dell’organizzazione internazionale prima di parlare in emiciclo, il presidente Mattarella si è soffermato sul ruolo e il valore del CdE. “Il Consiglio d’Europa ha sempre avuto la vocazione a essere la ‘casa comune europea’ e ha saputo svilupparla nei decenni che hanno fatto seguito alla sua istituzione, come testimonia anche la sua attuale ampia rappresentatività. Una casa che, se è stata specchio fedele delle divisioni e delle difficoltà manifestatesi fra le diverse comunità nazionali, ha saputo essere anche, e soprattutto, espressione del coraggio di unità dell’Europa, spesso prefigurando quanto si è potuto successivamente costruire, sotto altri profili e in altri ambiti, come l’Unione europea”. Tanti i “traguardi di civiltà conseguiti dal Consiglio d’Europa. Sul terreno della abolizione della pena di morte, della lotta al razzismo, della libertà di espressione, della tutela della diversità culturale, della protezione dei diritti dei bambini, dello sviluppo di politiche per la gioventù”.
Passando poi ad altri temi d’attualità, il capo dello Stato ha dichiarato: “Abbiamo vissuto una lunga fase di difficoltà a causa della pandemia, con momenti drammatici. Il virus non è ancora debellato, ma abbiamo imparato a combatterlo. Desidero, in questa sede, rendere omaggio a tutti coloro che, a costo di rischi personali, che talvolta hanno comportato il sacrificio della vita, hanno contribuito a conseguire i risultati di cui oggi ci possiamo giovare”.
E, ancora, sulla guerra: “Se la voce delle Nazioni Unite è apparsa chiara nella denuncia e nella condanna ma, purtroppo, inefficace sul terreno, questo significa che la loro azione va rafforzata, non indebolita”. “La sicurezza, la pace – è la grande lezione emersa dal secondo dopoguerra – non può essere affidata a rapporti bilaterali – Mosca versus Kiev -. Tanto più se questo avviene tra diseguali, tra Stati grandi e Stati più piccoli. Garantire la sicurezza e la pace è responsabilità dell’intera comunità internazionale. Questa, tutta intera, può e deve essere la garante di una nuova pace”.
Numerose le domande rivolte a Mattarella dai deputati al CdE: sulle sanzioni, sul multilateralismo, sulla promozione della cultura in Europa, sulla violenza contro le donne.

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