Ucraina. Giro (Sant’Egidio), “Gli europei sono molto più accoglienti di quello che la politica ha raccontato in questi anni”

“Mentre si combatte bisogna pensare al dopo”. Con queste parole, porta sul piano politico la discussione riguardo al conflitto in Ucraina, Mario Giro, esponente della Comunità di Sant’Egidio, già viceministro degli Esteri, intervenuto durante l’incontro pubblico dedicato all’accoglienza dei rifugiati nella Capitale questa mattina. “La democrazia – afferma – subisce la guerra e vuole finire il prima possibile. Dobbiamo pensare al dopo. Lo sforzo comincerà quando gli europei riusciranno a ottenere una tregua. Poi si aprirà un lungo processo”. Riguardo al recente incontro fra il cancelliere austriaco e il presidente russo, Giro osserva: “Non credo che il cancelliere sia andato a mani vuote. Penso che sia andato con qualcosa.. È giusto che non ce lo dicano perché il negoziato è sempre confidenziale. Dobbiamo vedere alla nuova offensiva ad Est in cui la Russia cerca di ricavare un risultato dalla sua aggressione, cosa che secondo me è del tutto inutile e aggiunge solo male al male. Sono d’accordo che la guerra è diabolica ma è un ingranaggio in cui noi democrazie non dobbiamo lasciarci trasportare”. Giro ricorda quanto sia stato fatto in questi giorni dalla Comunità di Sant’Egidio per l’accoglienza dei pazienti fragili, come per esempio i dializzati, o i tanti corsi di italiano attivati. Quanto alla generale accoglienza dimostrata da italiani e europei, l’ex viceministro commenta: “Gli europei sono molto più accoglienti di quello che la politica ha raccontato in questi anni. La guerra paradossalmente riavvicina i popoli che vogliono la pace e speriamo che un giorno arrivi anche per i russi. Ci sono molti morti russi e le mamme russe a un certo punto parleranno. L’accoglienza selettiva – sottolinea – non esiste. Abbiamo più offerte di quante domande. Tutte le società europee se gli spiega e gli si offre un percorso accompagnato, non hanno paura e non fanno distinzioni. La politica manipola queste cose, il problema non è della società. Viene scaldata l’opinione pubblica per apocalissi che non avvengono veramente. Quando avvengono, invece nessuno ha paura”. Riguardo al ruolo della Cina, infine, Giro aggiunge che “potrebbe essere decisiva sulla Russia ma per ora non lo fa. È una tradizione cinese non interferire. Non conviene alla lunga continuare questa politica secondo me. La Cina in questo momento vede interrotta la via della seta; 38 linee ferroviarie sono interrotte perché passano per la Russia e l’Ucraina. La Cina deve rivedere il suo piano in cui ha investito miliardi. È molto irritata dalla scelta che ha fatto Mosca e si legge dalle dichiarazioni. Questo non significa – conclude – che si schieri dall’altra parte”.

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