Perù: ricordati i due anni della “Querida Amazonía” a Iquitos e a Lima. Nella foresta fuoriuscite di petrolio “peggiori di quelli sulle coste del Pacifico”

Varie diocesi del Perù hanno celebrato domenica scorsa i due anni dell’esortazione apostolica “Querida Amazonía”. Nel vicariato apostolico di Iquitos, la principale città dell’Amazzonia peruviana, irragiungibile via terra è stata celebrata una messa nella cattedrale, alla quale hanno partecipato organizzazioni dedite alla difesa e conservazione dell’Amazzonia.
L’Eucaristia è stata concelebrata da monsignor Miguel Ángel Cadenas Cardo, vescovo del vicariato apostolico di Iquitos, e dai sacerdoti Miguel Fuertes e Manolo Berjon. Nella sua omelia, il vescovo ha ricordato che papa Francesco chiede una “transizione energetica globale” per non dipendere da combustibili come petrolio e gas. Alla cerimonia liturgica hanno partecipato rappresentanti del Comitato di difesa dell’acqua e dell’associazione di donne di etnia kukama “Huaynakana Kamatahuara Kana”, che si battono per il riconoscimento del fiume Marañón come soggetto di diritto. Era presente anche l’animatore cristiano, Gilter Yuyarima, della comunità di Nueva Alianza, che ha espresso il calvario che la sua comunità sta vivendo dopo l’ultima fuoriuscita di petrolio.
Al termine della messa, il saluto dell’arcivescovo di Lima, monsignor Carlos Castillo Mattasoglio, attraverso un collegamento video, è stato proiettato per l’intera comunità di Iquitos.
E anche nella capitale la messa domenicale è stata celebrata facendo memoria dei due anni di pubblicazione dell’esortazione apostolica. L’intenzione, tra altro, era quella di superare una disattenzione storica della capitale, che sorge nei pressi della costa del Pacifico, rispetto alle popolazioni della “selva”. Una scelta in linea con Papa Francesco, che nella sua visita del 2018 entrò in Perù proprio dall’Amazzonia, cioè da Puerto Maldonado, per arrivare nella capitale solo al termine del suo viaggio. La celebrazione di Lima si è tinta di ulteriori accenti per la partecipazione (vedi foto) dei rappresentanti dei pescatori di Ventanilla, fortemente danneggiati dallo sversamento di petrolio nell’oceano Pacifico di queste settimane. “Voglio ringraziare i fratelli pescatori che sono venuti in questa Cattedrale, perché sono come i rappresentanti delle vittime, dei poveri che il Signore vuole, ama e vuole aiutare, per i quali si è compromesso”, ha detto l’arcivescovo Castillo, che ha proseguito ricordando che siamo tutti chiamati a prendere coscienza della cura della nostra Casa Comune, specialmente dei nostri popoli originari, così spesso emarginati e dimenticati da le grandi città: “L’Amazzonia è il polmone del mondo ed è abitata dai nostri fratelli che vivono emarginati, nonostante facciano enormi sforzi per vivere, per rendere possibile la cura delle foreste per tutta l’umanità. E vengono maltrattati con sversamenti peggiori di quelli che abbiamo vissuto sulle coste peruviane”.

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