Risparmio: Profumo (Acri), “è la risposta all’incertezza strutturale dei nostri tempi”

“Il risparmio è la risposta all’incertezza strutturale dei nostri tempi. L’abbiamo visto negli anni della pandemia, quando il livello di risparmio accumulato sui conti correnti di famiglie e imprese ha raggiunto livelli record. Ma le vicende degli ultimi mesi dimostrano come si tratti di un’illusione monetaria, poco lungimirante e, sul lungo periodo, fallimentare. Almeno per due motivi: l’inflazione e il suo rimanere liquido”. Lo ha affermato questa mattina Francesco Profumo, presidente di Acri, in occasione della presentazione della 22ª indagine “Gli italiani e il risparmio”, realizzata dall’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di risparmio insieme a Ipsos, svoltasi oggi nella 98ª Giornata mondiale del risparmio.
“La perdurante crescita dell’inflazione – ha spiegato Profumo – tende a far evaporare il risparmio, privandolo di gran parte del suo valore. L’inflazione galoppante è, inoltre, una ‘patrimoniale iniqua’ – come l’ha definita la Cgia di Mestre -, perché introduce un terribile differenziale di classe”. “Come noto – ha proseguito –, la spesa per l’energia e gli alimentari pesa maggiormente sulle famiglie con i redditi più bassi; mentre le famiglie con redditi più alti spendono la quota maggiore del loro reddito in servizi. Questo fa sì che l’aumento medio dell’inflazione – e le stime preliminari su ottobre appena diffuse dall’Istat disegnano uno scenario ancora peggiore –, che si attesta ormai sull’8,9%, risulta composto da un aumento del 7,6% per i redditi più alti e dell’11,6% per i redditi più bassi. Ancora una volta a soffrire maggiormente delle crisi sono coloro già vivono in condizioni difficoltà”. “Analizzando il comportamento dei pochi che decidono di investire – ha aggiunto il presidente di Acri –, emerge un altro dato che fa riflettere: in Italia, appena il 5% del risparmio delle famiglie viene investito nel nostro Paese; contro il 14% in Germania e il 34% in Francia. In questo contesto l’industria bancaria italiana – nella sua varietà – continua a svolgere in maniera meritoria il ruolo di intermediario, per accompagnare la trasformazione del risparmio in investimento, con tutte le difficoltà e i rischi che una simile operazione comporta”.

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