Mediterraneo: mons. Mogavero (Mazara del Vallo), “chiede tenerezza e cura per pescatori e migranti”

“Questo mare ha una caratteristica che gli altri mari non hanno, è legato alla vicenda umana. Il mare senza gli uomo, la loro storia, cultura e religiosità, sarebbe un mare anonimo. Invece diventa singolare. È un mare che abitiamo”. Lo ha detto il vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero, aprendo oggi pomeriggio il seminario organizzato dalla Fisc e dal giornale diocesano Condividere dal titolo “Uomo a mare! Autori di nuovi pezzi sul Mediterraneo”.
Citando La Pira, il presule ha sottolineato che “la nostra terra è la terrazza del Mediterraneo”. “Questo mare è nostro, non con un aggettivo possessivo in senso romano – ha osservato -. È nostro perché abbiamo un legame di tenerezza: questo mare chiede tenerezza e cura da rivolgere a chi questo mare lo abita, cioè sia i pescatori sia i migranti”. Puntando il dito contro le “troppe polemiche, le troppe divisioni su quella che è la funzione unitiva di questo mare”, mons. Mogavero ha sottolineato che “le Chiese hanno cercato di superare le differenze creando un vincolo di comunione: uomo e mare”. Nelle parole del vescovo anche il ricordo di una sua visita al metropolita di Homs: “Mi disse che il mare Mediterraneo è il mare di Dio perché è il mare di Cristo, di Abramo e di Maometto. E io aggiunsi che perché mare di Dio è anche il mare dell’uomo”. Infine, l’attenzione sulle “derive ideologiche e politiche stanno inquinando le scale di valori”. “Dio possa conservare il Mediterraneo come mare che unisce, dove Dio e l’uomo possano conoscersi meglio”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa