Coronavirus Covid-19: vescovi irlandesi al governo, “doloroso se i cristiani dovessero rinunciare, per il secondo anno, alle celebrazioni della Settimana Santa”

Non permettere che i fedeli cattolici d’Irlanda debbano per il secondo anno consecutivo rinunciare alle celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua. Lo chiedono in un comunicato i vescovi d’Irlanda riuniti per la loro Assemblea plenaria di primavera. “Crediamo fermamente che la libertà delle persone di radunarsi in luoghi pubblici per il culto debba essere ripristinata non appena le attuali restrizioni di livello 5 inizieranno ad essere allentate. È particolarmente doloroso per i cristiani essere privati, per il secondo anno consecutivo, dell’espressione pubblica della nostra fede durante il tempo più sacro della Settimana Santa e della Pasqua. Ciò è particolarmente vero se si considera il fatto che, come è stato chiaramente dimostrato, gli edifici ecclesiastici sono tra i luoghi più sicuri in cui le persone si riuniscono”. Il 19 febbraio scorso, quattro arcivescovi cattolici hanno avuto un incontro con il Taoiseach Micheál Martin durante il quale hanno discusso dell’impatto della pandemia Covid-19 sulla vita delle persone. In quella occasione, gli arcivescovi hanno ribadito al governo l’impegno della Chiesa per la tutela della vita, della salute e per la promozione del bene comune ma hanno fatto anche notare l’impatto che le restrizioni sanitarie hanno sul benessere psicologico delle persone. In particolare, hanno parlato delle celebrazioni dei funerali e delle restrizioni imposte alla partecipazione delle persone (attualmente limitate a dieci) che “stanno causando indicibili dolori a molte famiglie”. “Riconosciamo – scrivono i vescovi – che le forti restrizioni sono necessarie in tempi di grave minaccia per la salute pubblica. Tuttavia, tali restrizioni alla libertà personale dovrebbero essere proporzionate e per il più breve tempo possibile”. Nonostante il Taoiseach il mese scorso abbia assicurato che le preoccupazioni espresse dagli arcivescovi sarebbero state prese in seria considerazione, “notiamo con disappunto – aggiungono i vescovi – che nessuna delle questioni sollevate è stata risolta”. Da qui, la Chiesa cattolica avanza due richieste, in vista di un allentamento delle restrizioni dal livello 5: il ripristino del culto pubblico, anche se in modo sicuro e limitato, e l’aumento del numero di persone consentito ai servizi funebri. I vescovi raccomandano infine ai parroci di posticipare “per il momento” le cerimonie della Prima Comunione e della Cresima.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa