Beni confiscati: San Giusto Canavese, una villa di un boss diventa centro di accoglienza per persone disabili. Don Ciotti, “uno schiaffo alla criminalità”

Una villa appartenuta ad uno dei capi della ‘ndrangheta (il narcotrafficante Nicola Assisi), confiscata e adesso riutilizzata come centro di accoglienza per persone diversamente abili oltre che in difficoltà. La consegna dell’immobile alla cooperativa che lo gestirà è avvenuta oggi a San Giusto Canavese (Torino) ed è stata l’occasione per ribadire la presenza dello Stato nella lotta contro la criminalità organizzata.
“Riappropriarsi delle ricchezze illecitamente accumulate dalla criminalità organizzata è un segnale credibile di presenza dello Stato sul territorio”, ha sottolineato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, collegata in videoconferenza, mentre don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha detto: “La confisca è uno schiaffo alla criminalità ma l’uso sociale dei patrimoni confiscati è la migliore bonifica possibile, così come il rifiuto della rassegnazione e della paura. Un bene confiscato richiede di essere trasformato da bene esclusivo a bene inclusivo, da strumento di potere e veicolo di democrazia. È questo lo spirito che anima anche questo progetto”.
La villa era stata anche oggetto di atti intimidatori per ostacolare l’azione e la presenza dello Stato e solo adesso può essere restituita alla comunità attraverso l’azione della cooperativa Progest che ha intenzione di farne non solo un punto di accoglienza ma anche di aggregazione per tutta la zona.
“È bello poter dire che ancora una volta dei beni esclusivi tornano ad essere condivisi per tutelare la dignità e la libertà”, ha evidenziato don Ciotti che però ha aggiunto: “La metà dei beni confiscati deve però ancora essere riutilizzata. Occorre uno scatto in più per migliorare l’azione che porta dalla confisca alla condivisione”.
Nel caso di San Giusto, gli interventi di ristrutturazione sono stati finanziati dalla Regione Piemonte il cui presidente, Alberto Cirio, ha sottolineato: “Qui a San Giusto riceviamo un’iniezione di legalità. È un vaccino importante come quello contro il Covid”. Chiara Appendino, sindaca della città metropolitana di Torino, che ha consegnato l’immobile a Progest, ha parlato di “esempio nazionale e di un segnale di speranza per tutti”.

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