Educazione: mons. Battaglia (Napoli), “ognuno si senta interpellato dal grido della città, ognuno dia il proprio contributo”

“Sotto la croce della nostra città dobbiamo più che mai quest’oggi, insieme e senza distinzione di fede, politica, ruolo sociale ed istituzionale, stare in piedi, evitando di sdraiarci supini in attesa che qualcosa cambi da sola e di sederci, rassegnati e assuefatti a veder morire Napoli!”: è l’invito che ha rivolto, ieri pomeriggio, l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, a coloro che hanno aderito al suo appello per un Patto educativo per Napoli, durante un incontro promosso nel duomo.
“Dobbiamo ricordare che il presente e il futuro della nostra città dipende dall’impegno di tutti, dalla capacità che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunità, dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli ‘io’ impauriti e distratti nella forza di un grande ‘noi’, la cui carica profetica può essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra!”, ha osservato il presule.
“Il tempo storico che viviamo, ricco di opportunità e rischi, nella sua complessità ci chiede di concretizzare al più presto il Patto educativo per la città! Non è più il tempo delle promesse sterili, delle firme facili, degli slogan e degli eventi fini a se stessi – ha avvertito l’arcivescovo -. I bambini, i ragazzi e i giovani di Napoli non possono più aspettare: non può aspettare Ciro, nato in un carcere da una madre detenuta e poi lasciato a degli zii che lo hanno abbandonato al suo destino solitario; non può aspettare Rosa, figlia di due genitori maltrattanti e abusanti che vive da anni in una comunità sognando una famiglia; non può aspettare Armando che dalla cella di un carcere si riguarda indietro chiedendosi come mai nessun adulto lo abbia salvato quando iniziava a muovere i primi passi tra gli spacciatori sotto casa; non può aspettare Genny che sogna di non dover lasciare la sua terra per paesi lontani e che chiede a tutti noi la possibilità di essere parte attiva del cambiamento e della rinascita della nostra città”.
Per questo, ha concluso mons. Battaglia, “non possiamo stare a guardare dalla finestra: ognuno si senta interpellato dal grido della città, ognuno dia il proprio contributo alla vita della comunità, ognuno sia per le nuove generazioni un segno di resurrezione, camminando insieme al fiume di vita e di speranza che non ha mai smesso di attraversare Napoli e la cui pacifica esondazione potrebbe lavare il sangue versato e fecondare nuove primavere sociali! È questo il tempo! Nel bel mezzo di questo inverno lasciamo fiorire la speranza e con il nostro impegno affrettiamo la primavera!”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia