Salute: Istat, prima della pandemia prevenzione in miglioramento. Meno al Sud

Nel 2019, prima della crisi pandemica, gli indicatori di prevenzione per la popolazione adulta in Italia risultavano in miglioramento. Il 70,9% delle 50-69enni ha fatto un controllo mammografico negli ultimi due anni (65,9% la media Ue27): al Nord quote elevate simili a quelle della Danimarca, al Sud e nelle Isole valori bassi, poco sopra quelli dei paesi dell’Europa dell’Est. Lo rileva l’Istat nel report su “Prevenzione e fattori di rischio per la salute in Italia e in Europa” relativo all’anno 2019.
Tra i vari fattori di rischio, nell’Ue27 l’Italia conferma livelli molto bassi di obesità e una percentuale minore di fumatori abituali. Ancora troppo contenuta la quota di adulti che svolgono attività fisica secondo i livelli raccomandati dall’Oms per migliorare le condizioni di salute. La progressiva diffusione degli screening dei tumori femminili e la conseguente diagnosi precoce ha consentito di aumentare la sopravvivenza in caso di insorgenza di carcinoma mammario o della cervice uterina, grazie alla possibilità di un approccio terapeutico il più possibile tempestivo, e in molti casi anche la guarigione – rileva l’Istituto di statistica -. Il carcinoma mammario è il più frequente tra le neoplasie maligne che colpiscono le donne (circa 700mila donne ne sono affette in Italia) e la prevalenza è in forte aumento (+45% negli ultimi 10 anni). Nel 2019, il 70,9% delle donne di 50-69 anni ha dichiarato di essersi sottoposta a uno screening mammografico entro i due anni dall’intervista (+14 punti percentuali rispetto al 2013, poco più di 2 punti rispetto al 2015).
Anche nel 2019 persiste un forte divario sul territorio italiano, con il Mezzogiorno penalizzato rispetto al Nord. Nel Nord-ovest e nel Nord-est si raggiunge rispettivamente l’80,7% e il 79,8%, nel Centro il 73,2% mentre al Sud e nelle Isole non si arriva al 60% (56,1% e 58%).

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