Israele: Ministero Esteri, “su rilascio permessi ingresso accuse infondate, oltraggiose e pericolose. Capi religiosi prendano distanze da discorsi di odio”

Gerusalemme (Foto Sir)

“Israele rigetta e condanna le accuse di discriminazione religiosa riguardante il rilascio di permessi di ingresso in Israele. Sono accuse infondate, oltraggiose e pericolose. Auspichiamo che i leader religiosi prendano le distanze da discorsi, privi di senso, di incitamento all’odio che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco dell’antisemitismo e causare violenza e danno a persone innocenti”. In un comunicato, diffuso poco fa dal suo Ministero degli Esteri, Israele ribatte alle accuse lanciate da Wadie Abunassar, portavoce dell’assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa, che ieri dal suo profilo Fb ha stigmatizzato la decisione delle autorità israeliane di consentire, nonostante le restrizioni Covid-19, l’ingresso nel Paese ad alcuni gruppi di ebrei nordamericani. “Non si può consentire l’ingresso in Israele a gruppi di giovani ebrei nordamericani – che non hanno nazionalità israeliana – che arrivano in vacanza per visitare il Paese durante le vacanze di fine anno grazie a tour organizzati dalla Fondazione “Birthright” e non permettere poi la stessa cosa a migliaia di pellegrini cristiani” è stata l’accusa mossa da Abunassar che, parlando di “inaccettabile discriminazione razziale”, ha chiesto ad Israele di “trattare tutti coloro che vogliono visitare il paese allo stesso modo senza alcuna distinzione tra una religione e l’altra”.  Oggi la risposta del Ministero israeliano. “Il diffondersi della pandemia di Covid-19, con la sua variante Omicron – si legge nel comunicato – hanno prodotto un cambiamento delle regole e delle procedure che riguardano gli ingressi in Israele così come  hanno già fatto altri Paesi. Questi cambiamenti prevedono un blocco dell’ingresso dei turisti nel Paese”. Alla luce di questa situazione, il Governo di Israele, informa la nota, “ha istituito un Comitato per le Eccezioni (Exceptions Committee) che ha il compito di vagliare centinaia di richieste che arrivano ogni giorno. Il Comitato esamina ogni richiesta senza nessuna discriminazione di etnia e di fede. Recentemente – rimarca il Ministero degli Esteri – lo stesso Comitato ha emanato numerosi permessi sia ad ebrei che cristiani. Alcune di quelle approvate fanno parte delle richieste pervenute dalle stesse Autorità ecclesiastiche inclusi i permessi di ingresso per i sacerdoti e riguardanti le imminenti festività natalizie”. Nel suo comunicato Israele si dice “orgoglioso del suo impegno a salvaguardare la libertà religiosa e di culto per i fedeli di tutte le religioni nel Paese. Israele ha una politica di apertura che permette ai leader delle chiese di dialogare con alti funzionari statali e di trattare un’ampia varietà di temi incluso quello dei preparativi del Natale. Il Governo è coinvolto in questi preparativi così da permettere l’ingresso nei Luoghi Santi ai fedeli assicurando loro sicurezza e salute”. “Auspichiamo – conclude il comunicato – che i capi religiosi prendano le distanze dai discorsi di odio e proseguano nel dialogo fruttuoso con Israele”. Ad oggi non si registra nessuna presa di posizione da parte della Chiesa cattolica alla vicenda.

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