Diocesi: Milano, arcivescovo Delpini scrive ai giornalisti, “in questo tempo tribolato siete rimasti al vostro posto”

“Desidero esprimere la mia ammirazione e gratitudine, perché in questo tempo tribolato voi siete rimasti al vostro posto, come tante altre categorie di persone. Siete rimasti al vostro posto: per un senso del dovere, per una concezione del lavoro come servizio di pubblica utilità, per una vivacità culturale animata dal desiderio di vedere, di comprendere, di comunicare”. Lo scrive mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, in una lettera al mondo dei media diffusa oggi. Seguendo una tradizione avviata diversi anni fa, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, l’arcivescovo di Milano era solito incontrare gli operatori della comunicazione per un momento di dialogo e riflessione. A causa delle misure restrittive imposte dalla pandemia, si è deciso quest’anno di rinviare l’incontro – previsto per sabato 23 gennaio – ai prossimi mesi. Con il desiderio di volere comunque condividere alcune riflessioni sul ruolo e le responsabilità dei media in questa fase così complessa, Delpini ha dunque scritto una breve “Lettera al direttore”.
In un passaggio della lettera, si legge: “Per accondiscendere a un gioco di parole, si può dire che non sia la realtà a creare la notizia, ma la notizia a creare la realtà. In questo c’è una parte di verità, come io credo. L’espressione però è riduttiva e semplicistica. Infatti l’esperienza umana non è mai immediata e sempre ha bisogno di mediazioni: parole per essere nominata, immagini per essere vista, contagio di emozioni per essere partecipata. La comunicazione offre quindi questo servizio di mediazione necessaria. Come è ovvio quest’opera di mediazione può essere un aiuto costruttivo o una manipolazione interessata”. Aggiunge: “Ritengo interessante per me e forse anche per i giornalisti rivisitare il ruolo dei media in questa tribolazione che sconvolge il mondo. Viene spontaneo infatti domandarsi: quale contributo ha dato al bene comune il comunicare dei media? Quali rapporti tra le persone, quali comportamenti, quali decisioni istituzionali, quali priorità di agende politiche, sociali, religiose hanno ricevuto fattori costruttivi o fattori problematici dalla raccolta, selezione e stile della comunicazione?”.
L’arcivescovo ripropone quindi alcuni contenuti formulati nel Discorso alla città dello scorso 4 dicembre, nella basilica di sant’Ambrogio, in particolare l’idea di “un’alleanza per contribuire tutti insieme a dare un volto alla società che ci aspetta che la renda desiderabile” e “l’importanza di condividere una visione che vede l’umanità come vocazione alla fraternità”.

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