America Centrale: carovana migranti ancora bloccata, 15 organizzazioni cattoliche contro uso della forza. Padre Carbajal al Sir, “affrontare emergenza Honduras”

(Foto: Radio Progreso)

Una risposta all’esodo della carovana di migranti honduregni (stimati in queste ore tra i 6mila e i 9mila) che sia “rispettosa dei diritti umani”. A chiederlo, in queste ore soprattutto al Governo del Guatemala, è la Rete regionale di protezione, formata da 15 organizzazioni, in gran parte ecclesiali, dell’America Centrale e del Messico, tra cui la Pastorale della mobilità umana, Scalabriniani, Gesuiti, Case del migrante. Polizia ed Esercito, infatti, continuano a bloccare a Vado Hondo, a pochi chilometri da Chichimula, la marcia della carovana partita la scorsa settimana da San Pedro Sula (Honduras). “Le autorità stanno offrendo bus gratuiti, alcuni giunti dal Messico, per far tornare i migranti in Honduras – dice al Sir padre Juan Luis Carbajal, segretario esecutivo della Pastorale della mobilità umana della Chiesa guatemalteca -. È stato fatto un uso indebito della forza e ci sono stari feriti. Le autorità stanno facendo controlli a tappeto, non solo lungo la rotta della carovana e diverse persone sono detenute. Come Chiesa continuiamo a chiedere una risposta rispettosa, giusta, efficace, che tenga conto della situazione di partenza. La popolazione dell’Honduras è esausta, colpita da una povertà terribile, da situazioni di insicurezza e violenza. Sono disperati e cercano di uscirne in tutte le maniere. Si tratta di una vera e propria emergenza umanitaria che va affrontata a livello internazionale, primariamente dagli Stati della regione, altrimenti le carovane continueranno a partire”. Da parte sua, la Pastorale della mobilità umana ha distribuito 1.000 borse di alimenti a Vado Hondo.
Si legge nella nota della Rete regionale di protezione, pervenuta al Sir: “Condanniamo l’uso della forza, così come i discorsi che criminalizzano e discriminano, come strategia per contenere l’ingresso e il transito dei fratelli e sorelle dell’Honduras. Il governo del Guatemala deve attuare un protocollo adeguato per affrontare questo fenomeno regionale”. E ancora: “Sottolineiamo la nostra contrarietà alle misure di contenimento e rimpatrio che il governo guatemalteco ha attuato, senza considerare le esigenze di protezione internazionale che le persone hanno in questo esodo di migranti e ribadiamo che i Governi centroamericani non possono continuare a eludere i loro obblighi costituzionali per superare le cause strutturali della migrazione irregolare”. Perciò, “è urgente attuare misure umanitarie il prima possibile, rispetto alle carovane, “ma non va dimenticato che queste sono il risultato di decenni di negligenze dei Governi, che hanno tenuto la maggioranza della popolazione centroamericana esclusa ed emarginata dallo sviluppo”.

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