Coronavirus Covid-19: Brasile, gara di solidarietà per Manaus. Muore Celestino Ceretta, pietra miliare degli studi sulla missione e sull’Amazzonia

Scende, ma solo leggermente (179 inumazioni, circa 140 morti per Covid, secondo le stime, nella giornata di ieri), il numero dei decessi a Manaus, capitale dello Stato brasiliano di Amazonas, su cui si sono puntati nel fine settimana gli occhi del mondo, anche per la carenza d’ossigeno e il drammatico appello lanciato dall’arcivescovo, dom Leonardo Steiner. Da tutto il Brasile (diocesi e arcidiocesi, associazioni, imprese) stanno arrivando bombole d’ossigeno e aiuti; ieri sono giunte anche le prime dosi del vaccino Sinovac, prodotte dall’istituto pubblico Butantan, inviate dallo Stato di San Paolo.
Purtroppo, nel frattempo, un altro lutto, provocato dal Covid-19, ha colpito la Chiesa locale con la morte del missionario pallottino Celestino Ceretta, settantanovenne. Una perdita importante. Missionario in Amazzonia dagli anni ’70, proveniente dal sud del Brasile, ha dato un importante contributo alla missione della Chiesa brasiliana, anche nell’ambito della regione Nord 1 della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, soprattutto nella formazione teologica di coloro che da molti anni hanno preso la licenza presso l’Istituto di teologia, pastorale e istruzione superiore dell’Amazzonia (Itepes), a Manaus. In molti giovani preti ha fatto maturare il senso della missionarietà.
I suoi studi e le sue pubblicazioni sulla storia della Chiesa in Amazzonia sono un riferimento imprescindibile. Ma, oltre ai meriti culturali, va ricordata la dimensione di sacerdote e religioso che viveva accanto ai poveri, agli emarginati, agli indigeni, sempre in difesa dell’Amazzonia e del suo popolo. Fino alla sua morte è stato parroco dell’area pastorale di Ponta Negra e, pur malato, ha visitato le comunità. Nel 2019 aveva partecipato al Sinodo per l’Amazzonia.

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