Economia: Istat-Ifo-Kfo, in ripresa nell’area Euro ma c’è “elevata incertezza” sulle previsioni per efficacia delle politiche ed evoluzione pandemia

Nell’area Euro, dopo la forte contrazione registrata tra aprile e giugno, il Pil e gli altri aggregati economici registreranno una ripresa nel terzo trimestre del 2020. L’inflazione a livello annuale rimarrà bassa, con una moderata accelerazione nei primi tre mesi del 2021. È quanto emerge dall’“Euro-zone economic outlook” (Ezeo) diffuso oggi da Istat, Leibniz Institute for Economic Research at the University of Munich (Ifo) e Kof Swiss Economic Institute secondo cui “le previsioni sono caratterizzate da elevata incertezza, con rischi sia al rialzo sia al ribasso strettamente condizionati dall’efficacia delle politiche economiche nei vari Paesi dell’Eurozona e dall’evoluzione della pandemia”.
Stando ai dati diffusi, nell’area dell’Euro, nel secondo trimestre del 2020 il Pil si è contratto dell’11,8% rispetto al trimestre precedente. La caduta è stata diffusa tra i Paesi ma con intensità differenziate. In Germania il Pil è sceso del 9,7%, Italia e Francia hanno registrato riduzioni più accentuate (-12,8% e –13,8% rispettivamente) mentre in Spagna il calo è stato più marcato (-18,5%). I dati trimestrali della contabilità nazionale, tuttavia, sintetizzano forti fluttuazioni su base mensile, come segnalato dagli indici delle vendite al dettaglio e della produzione industriale, per i quali al forte calo di marzo e aprile si è associato un ampio rimbalzo in maggio e giugno.
Ma, viene spiegato, “la ripresa è confermata dall’andamento positivo dell’indicatore del clima economico (Esi), che si è esteso anche al mese di agosto”.
Per quanto riguarda l’inflazione, dopo oltre quattro anni la variazione annuale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) è risultata negativa ad agosto (-0,2%, dopo il +0,4% di luglio). “In media – si legge nella nota –, nel 2020, si prevede che l’inflazione aumenterà lievemente (+0,3%). Nel primo trimestre del 2021, il tasso di crescita annuale dovrebbe assumere un livello più elevato condizionato sia del ripristino delle normali aliquote Iva in Germania sia dal progressivo indebolirsi nei tassi tendenziali degli effetti di caduta dei prezzi dei beni energetici”.

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