Diocesi: Padova, lunedì mons. Olivero (vescovo di Pinerolo) racconta in videoconferenza la sua esperienza con il Covid-19

Il Covid-19 l’ha provato sulla sua pelle mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo: 40 giorni di ospedale, la fatica del recupero, il ricordo del vissuto…: “Da questa esperienza mi porto a casa la serietà di questo virus – racconta in un’intervista sul sito della sua diocesi – (…) E poi ricordo l’incontro con la morte. Prima di essere intubato il dottore mi ha detto chiaramente che ero grave e mi ha dato un’ora per mandare qualche messaggio. Dovevano essere 10 giorni, invece sono stati 17 giorni. Ci sono stati momenti in cui mi sentivo morire e mi è rimasto questo ‘stare a passeggio con la morte’ per alcuni giorni. Di fronte alla morte si fa un’esperienza di verità e libertà. Normalmente nella vita cerchiamo di non guardare in faccia i nostri sbagli e peccati. Ma davanti alla morte non c’è niente da tenere nascosto. Sei quello che sei”. “Ma restavano solo due cose: la fede in Dio e le relazioni solide”; questo “me lo porto a casa”.
Sarà proprio mons. Olivero l’ospite della videoconferenza organizzata dal Centro universitario di Padova, lunedì 6 luglio, alle 20.30 (accessibile via Zoom e Facebook), dal titolo “Parole di vita, parole di speranza, parole di Vangelo”. È lo stesso vescovo di Pinerolo, infatti, che a fronte del dolore vissuto, evidenzia una necessità e una prospettiva di cambiamento, di nascita di una società diversa, che riscopra “la comunità degli umani, l’essenzialità, il dono, la fiducia reciproca, il rispetto della terra”. Ma anche una chiesa rinnovata: “Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza delle relazioni – ha scritto in una lettera ai fedeli della sua diocesi il 18 maggio scorso –. Abbiamo bisogno di creare in parrocchia un luogo, dove si possa dire: ‘Qui si respira un clima di comunità, che bello trovarci!’ (…) Sogno cristiani che amano i non praticanti, gli agnostici, gli atei, i credenti di altre confessioni e di altre religioni (…)” e comunità “aperte, umili, cariche di speranza; che contagiano con propria passione e fiducia. Non una Chiesa che va in chiesa, ma una Chiesa che va a tutti”.

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