Venezuela: Gesuiti invitano il Governo a non stigmatizzare i migranti di ritorno e ribadiscono il loro impegno

(Foto ANSA/SIR)

“Invitiamo i portavoce ufficiali del Governo termini discriminatori, che promuovano il disprezzo e la violazione dei diritti sanciti dalla Costituzione nazionale e dal Diritto internazionale” rispetto ai migranti venezuelani che stanno tornando nel proprio Paese in questi mesi, a causa delle difficoltà incontrate nei Paesi di destinazione a causa della pandemia. Lo scrivono i Gesuiti del Venezuela, in una nota firmata dal provinciale, padre Rafael Garrido. “È compito dello Stato generare meccanismi adeguati perché tutti abbiano l’opportunità di un ingresso nel Paese in condizioni dignitose”, anche perché il ritorno evita che i migranti siano “esposti a mafie pericolose”.
La Compagnia di Gesù, inoltre condanna i termini discriminatori usati da un proprio confratello a proposito dei migranti di ritorno e ribadisce il proprio impegno per “l’accompagnamento, il servizio e la difesa delle persone in movimento, dei rifugiati e dei migranti. Nel nostro Paese seguiamo questa realtà attraverso la nostra presenza alle frontiere, avvalendoci di opere apostoliche come le parrocchie, il Servizio gesuita per i rifugiati (Sjr), le università e le scuole di Fe y Alegria”.
Conclude la nota: “Rinnoviamo il nostro impegno alla solidarietà e alla vicinanza con le persone che cercano di tornare al nostro Paese, mentre siamo tutti nel mezzo di questa complicata situazione, rispetto alla quale ognuno deve tirare fuori il meglio di sé per superarla”.

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