Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “risvegliare il senso di Dio e riconoscerne il posto anche nella società civile”

La festa del Santissimo Redentore “risvegli nelle nostre comunità un vivo senso di Dio a partire proprio dalla percezione del limite e della fragilità umana e, quindi, una solidarietà che esprime la fede e, poi, diventa scelta sociale e politica attraverso la valorizzazione del principio di sussidiarietà che riconosce e promuove le aggregazioni dei cittadini”. Lo ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell’omelia-riflessione pronunciata ieri sera nel corso della messa per la solennità del Ss. Redentore, presieduta nell’omonima chiesa alla Giudecca.
Con riferimento al Covid-19, il presule ha osservato che “per l’uomo riconoscere il proprio limite e la propria fragilità” significa “accettare il proprio limite” come “cifra di una sana e matura umanità”. L’uomo “è persona, ossia essere ‘in relazione”’e la città è prodotto della persona. La nostra amata città appartiene ai veneziani ma – per la sua unicità – è patrimonio del mondo”. Per Moraglia, “dopo l’ultima ‘acqua granda’ dello scorso novembre e l’emergenza Covid-19, ancora in atto, è necessario mettere in campo idee capaci di proporre un nuovo modello di convivenza”. Di qui il richiamo all’indicazione di Papa Francesco nella Laudato si’: “L’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio… È la cultura non solo intesa come i monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso vivo, dinamico e partecipativo, che non si può escludere nel momento in cui si ripensa la relazione dell’essere umano con l’ambiente”. Venezia può diventare allora “un importante laboratorio” in grado di “progettare un futuro che risponda alle esigenze della sua natura fragile, del suo patrimonio artistico culturale e, insieme, la renda vivibile a misura d’uomo”; una città in grado di perseguire il “bene comune”, ossia “il bene di tutti e di ciascuno”.
La Chiesa che è in Venezia, ha concluso il patriarca, “si deve sentire interpellata ed essere capace di proporre una visione in cui l’uomo, aperto a Dio, sia posto sempre al centro. Vera laicità è riconoscere il posto di Dio anche nella società civile, sapendo andare oltre i desideri e le aspettative dei singoli”.

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