Germania: documento sull’atteggiamento dei vescovi durante la seconda guerra mondiale. “Quadro ingarbugliato”

Durante la presentazione del documento “Vescovi tedeschi nella guerra mondiale”, riferendosi al progressivo discernimento storico postbellico compiuto dalla Chiesa tedesca, il presidente della Conferenza episcopale (Dbk), mons. Georg Bätzing, ha evidenziato come “il giudizio nei confronti dei nostri predecessori non è positivo per noi. Nessuna generazione è libera da giudizi e pregiudizi basati sul tempo. Tuttavia, i posteri devono affrontare la storia per imparare da essa per il presente e il futuro”. Il vescovo di Hildesheim, mons. Heiner Wilmer, presidente della Commissione tedesca Justitia et Pax, ha spiegato che la moltitudine di “fatti storici indiscussi” sulla posizione dei vescovi sulla guerra ha portato a “un quadro ingarbugliato”. “Con tutta la distanza interiore al nazionalsocialismo e talvolta persino un’opposizione aperta, la Chiesa cattolica in Germania faceva parte della società di guerra”. Il vescovo Wilmer ha citato la frase principale del nuovo documento: “i vescovi non si sono opposti chiaramente alla guerra, ma la maggior parte di loro ha rafforzato la volontà di perseverare”. Come mostrano gli archivi, anche la Conferenza episcopale di allora è stata bloccata internamente: i vescovi che volevano apertamente criticare le politiche del regime nazista fallirono a causa del principio dell’unanimità e quindi a causa dell’influenza del presidente, il cardinale Adolf Bertram, che voleva mantenere la Conferenza episcopale su una rotta attenta e cauta verso il governo del Reich.

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