Festa del santo Cottolengo: don Arice, “insieme nella Piccola Casa, ma anche nella pandemia”

“Mai come in questi giorni abbiamo sentito la famiglia cottolenghina così unita, così vicina, così solidale nel cercare di affrontare insieme questa drammatica situazione: chi con l’azione diretta, altri con la preghiera; chi nella fedeltà rischiosa al servizio, altri col sacrificio; chi con il dono delle sue forze fino allo sfinimento, chi addirittura, come qualche sorella, con l’offerta della propria vita”. Lo ha detto don Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa, ha pronunciato oggi, vigilia della solennità di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, nella messa che ha presieduto presso la chiesa grande del Cottolengo di Torino, vuota in ottemperanza alle misure anticontagio. “In questi giorni ho toccato con mano come, nel nome del Signore Gesù glorificato dal nostro Santo a tal punto da vederlo realmente presente nei poveri, tutti hanno cercato di amare nella concretezza, di custodire la vita più fragile, di sostenere la fede dei più deboli con la carità, l’amicizia e la preghiera”, ha proseguito il religioso, secondo il quale “oggi dobbiamo affrontare questa pandemia e se avremo la stessa carità per Dio e per i fratelli che ha avuto il Cottolengo potremo vedere quest’opera di Vangelo continuare ad essere feconda di frutti”. “Vediamo ospiti accuditi con cura, ammalati che guariscono, altri che concludono serenamente la loro giornata terrena, penso in particolare alle nostre sorelle che hanno raggiunto la casa del Padre in questo periodo”, la fotografia di don Arice.
“Constatiamo generosità senza risparmio di operatori che si donano, magari si infettano, guariscono e non vedono l’ora di tornare in servizio e vediamo anche la fantasia della carità che coglie anche questa dolorosa circostanza come occasione anche per aprire nuovi servizi come la terapia intensiva che domani 30 aprile inaugureremo… e l’elenco potrebbe essere ancora lungo”. “Ci siamo accorti dell’importanza delle grandi cose, ma anche di quelle piccole, dei gesti che tutta l’Opera compie nel suo insieme e di quelli nascosti che ognuno ha cercato di moltiplicare in questi giorni, ma sempre con l’unico scopo di glorificare Dio e servire i fratelli”, ha concluso il religioso.

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