Coronavirus Covid-19: vescovi Colombia, appello a far tacere armi e violenza. Ma continua la mattanza di leader sociali

“Chiediamo a tutte le organizzazioni armate illegali di cessare, con spirito umanitario, tutti gli attentati, le azioni violente e le estorsioni in questa ora di prova e di grande sofferenza per il popolo colombiano”. Lo scrive la Conferenza episcopale colombiana, in un messaggio diffuso ieri. I vescovi ricordano anche al Paese e al mondo politico che “questo non è il momento della polarizzazione”, ma piuttosto “dell’unità del Paese attorno alle decisioni che saranno prese dallo Stato colombiano”. Particolare ringraziamento viene rivolto a medici e personale sanitario, oltre che ai giornalisti, insieme a un invito alla solidarietà verso i più sfortunati e alla fraternità.
Un appello, quello dei vescovi, perché tacciano le armi e cessi la violenza, che arriva in un momento particolarmente delicato. Anche nello scorso fine settimana non sono cessati gli attentati omicidi contro i leader sociali in varie zone periferiche del Paese. I leader assassinati sono stati tre: Marco Rivadeneira, nel Dipartimento meridionale amazzonico del Putumayo, Angel Ovidio Quintero, nella parte occidentale del Dipartimento di Antioquia, e Humberto Bracamonte, alla frontiera con il Venezuela. Il timore è quello che i numerosi gruppi armati e le bande criminali, ancora ben presenti in Colombia, approfittino della quarantena per l’eliminazione dei leader sociali e indigeni che si oppongono alle loro azioni criminali e alla volontà di controllo totale del territorio. “Sicuramente i leader e i difensori dei diritti umani, dentro a questa crisi sanitaria, saranno più esposti”, fanno sapere fonti Sir.
In effetti, dai gruppi armati arrivano in questi giorni esempi di voler dare prova di forza e di controllo del territorio, tanto da sentirsi “Stato nello Stato”, in quei territori dove la presenza delle istituzioni è praticamente nulla, e dettare loro le regole e le condizioni di fronte all’emergenza sanitaria. Così, il fronte Edwin Román Velásquez Valle, cioè la milizia paramilitare delle Audefensas gaitanistas de Colombia (più note come “Clan del Golfo”) che opera nell’Occidente della Colombia, ha emesso un comunicato ufficiale, con carta intestata, pervenuto al Sir, nel quale si danno indicazioni direttive in merito all’emergenza Covid-19, con un tono molto sbrigativo e “allarmistico”, ordinando alle persone di restare a casa e istituendo un coprifuoco che sarà garantito dalle stesse milizie. Analogamente, le strutture dell’Esercito di liberazione nazionale, la guerriglia marxista ancora presente in modo strutturale nel Paese, danno un “ordine urgente a tutta la popolazione nazionale”, proclamando unilateralmente lo stato d’assedio e ordinando a tutti di stare a casa, con l’eccezione di chi ha bisogno di cure mediche o per i funerali. Gli altri, testualmente, riceveranno “il meritato castigo”.

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