Coronavirus Covid-19: Amref, “in Africa ci stiamo preparando al peggio”. La tecnologia aiuta

In Africa “ci stiamo preparando al peggio”: lo dice Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa in Italia. “Stiamo lavorando nelle task force dei ministeri lì dove operiamo – racconta -. Stiamo sensibilizzando le comunità sulle specificità del Covid-19 e sulle misure da prendere. Puntando sul distanziamento, sull’igiene e usando la tecnologia”. In Africa ci sono già 2.304 casi accertati di Covid-19. Tra i Paesi più colpiti Sud Africa, Egitto, Algeria, Marocco, Burkina Faso, Senegal. “I sistemi sanitari della maggior parte dei Paesi africani sono fragili – ricorda Micucci – e le strutture non sono adeguatamente attrezzate per far fronte ad una pandemia di questa portata. Inoltre, le infezioni respiratorie – quelle che colpiscono le vie aree e i polmoni – sono la causa principale di morte nel continente africano. Le malattie più comuni dovute a queste infezioni sono la bronchite e la polmonite, malattie che condividono i sintomi con Covid-19, quindi non è facile distinguere i casi normali di decessi per polmonite dai casi di decessi legati a Covid-19. Il monitoraggio, la sorveglianza e la diagnosi, in questo modo, diventano ancora più difficili”. Alcune stime sui dati delle terapie intensive: 150 letti in Kenya; in Senegal 50; 38 in Tanzania; Zambia 45; 34 in Malawi. Gli ospedali che in Etiopia hanno terapie intensive sono circa quaranta. “Vengono messi in atto tutti gli sforzi per gestire i casi, attraverso l’identificazione precoce – racconta Bara Ndiaye, ceo di Amref Health Africa Senegal -. È in fase di attuazione un lavoro di controllo e assistenza anche nelle altre regioni”. Amref sta usando anche Leap, una piattaforma di “mobile health” progettata in Africa per l’Africa, per la formazione di operatori sanitari. Una soluzione efficace che utilizza la tecnologia audio e sms per responsabilizzare, sensibilizzare o formare personale sanitario, consentendo a ogni individuo di apprendere al proprio ritmo, con i propri dispositivi mobili – cellulari basici o smartphone – all’interno delle proprie comunità. Questa piattaforma è attualmente attiva in Kenya e Malawi. Le informazioni su Covid-19 sono state caricate su questa piattaforma e sono oggetto di scambi in chat tra gli operatori di salute di comunità (community health worker).

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