Coronavirus Covid-19: mons. Solmi (Parma), “evoca paure che non si credeva potessero tornare”

“L’epidemia che stiamo vivendo, come effetto collaterale, mette a nudo cose nascoste. Evoca paure che non si credeva potessero tornare. Pone un freno al senso di autosufficienza, se non di onnipotenza, avvertendo di non poter condurre tutto secondo una progettualità autonoma, ma fare i conti con un essere invisibile che non si possiede e che tiene in scacco, tra l’altro, la libertà personale e collettiva”. Lo scrive il vescovo di Parma, mons. Enrico Solmi, su Parma Sette in edicola domenica e anticipato dal Sir, nell’editoriale dedicato all’emergenza Coronavirus. “Su diversi livelli emerge un senso di ribellione anche verso chi ha dovuto prendere decisioni – osserva –. Non si sospetta che abbia lui stesso sofferto in un discernimento difficile”.
Vivendo la comunità, il presule auspica che maturi un “noi” nel quale “c’è anche il governo, chi amministra e gli stessi vescovi, che debbono recepire e attuare scelte, a volte, dolorose”. L’esigenza segnalata dal vescovo è che “mai come ora abbiamo bisogno gli uni degli altri”. “Anche della fiducia reciproca. Il credente la fonda sul Signore”.

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