Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “siamo profondamente uniti con tanti e tante che pregano da casa”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Anche se siamo pochi, siamo profondamente uniti con tanti e tante che pregano da casa, e che pregano con noi, per invocare dalla misericordia del Signore la liberazione da questo contagio, che sta facendo soffrire tanta gente”. Lo ha detto il card. Angelo Comastri, che prima di iniziare a guidare la recita dell’Angelus, dalla basilica di San Pietro, ha precisato che quest’ultima “è stata sempre aperta, dalle 7 alle 18”. Poi la recita del Rosario, con “un particolare ricordo al Santo Padre,  nel settimo anniversario della sua elezione”. “Il Papa chiede sempre preghiere, non si stanca mai di dire ‘pregate per me, e noi in questo momento lo abbracciamo con la nostra preghiera”, ha assicurato il cardinale, prima di iniziare a recitare i Misteri del Dolore. Il primo di essi, ha ricordato, ci presenta Gesù nell’orto degli ulivi: “Mentre Gesù pregava, cominciò a sudare sangue. I medici ci dicono che è possibile. Cosa provava Gesù? Sicuramente vide in quel momento tutto il fiume di cattiveria, di marciume, di corruzione che attraversa la storia umana e ne sentì orrore, disgusto. Gesù ha provato quanto male sia il peccato, e in quel momento ha detto il suo sì per prendere sulle spalle il male di tutta l’umanità. Una cosa che solo Dio poteva fare. E in quel momento ha desiderato la comunione con gli apostoli. Ha detto loro: ‘Vegliate e pregate con me’. Gli apostoli si addormentarono e Gesù li rimproverò. Gesù in quel momento ha visto tutta la storia, ha visto anche noi”.

Il secondo mistero doloroso è la scena terribile della flagellazione: “Pilato voleva liberare Gesù, era rimasto impressionato dalla sua serenità, dalla sua convinzione profonda, dalle sue parole. Addirittura la moglie andò da Pilato e gli disse: ‘Ho tanto sofferto stanotte per questo giusto, mi raccomando, prendi le distanze da lui’.  Questa intuizione fa pensare. Pilato cercava di liberare Gesù, ma non ci riuscì. La folla era inferocita. Fu debole, si lavò le mani. Ma in quell’acqua, entrava acqua e usciva sangue”. Così Pilato decise di farlo flagellare: “Sul corpo dell’uomo della Sindone sono stati contati 120 colpi. Gesù venne straziato con la flagellazione”. “Se gli avessimo chiesto: ‘Ma perché sopporti questa pena?’ Ci avrebbe risposto: per te, per i tuoi peccati, per i peccati del mondo, per spremere dall’umanità tutto l’amore possibile, perché la forza di Dio è l’amore”, ha spiegato Comastri. Il terzo mistero del Dolore ci mostra Gesù che viene coronato di spine. “Una corona presa in giro”, ha commentato il porporato: “Gli sputano in faccia, lo schiaffeggiano e Gesù accetta tutte queste umiliazioni come riparazione di tanto orgoglio che regnava nel mondo. San Francesco lo aveva capito, e per questo davanti al suo volto esclama: ‘Tu sei umiltà’”.

Nei capitoli 49 e 50 di Isaia viene descritta tutta la passione di Gesù, otto secoli prima, ha fatto notare il cardinale.  Nel quarto mistero doloroso si contempla Gesù che porta sulle spalle il patibolo, il braccio orizzontale della croce. “Era impressionante che il condannato doveva portare sulle sua spalle la croce sulla quale sarebbe stato inchiodato”, ha commentato Comastri: “Quella croce pesava, pesava per le cattiverie del mondo e dell’umanità, anche per le cattiverie di oggi. Gesù ha portato quel peso sulle spalle. Certamente una grande consolazione per lui fu la presenza della mamma, che ha camminato con lui. E si compirono per lei le parole di Simeone: ‘Anche a te una spada trafiggerà il cuore’. Ma Maria ha offerto con Gesù la sua sofferenza, l’ha offerta per noi. Anche per questo diciamo grazie a Maria, grazie a Gesù”. Il quinto mistero del Dolore ci mostra Gesù in croce, dove “dà l’ultima grande dimostrazione del mistero di Dio, che è amore infinito”. “Mentre lo stavano insultando, mentre lo stavano sfidando – ha puntualizzato il cardinale –  Gesù non scende, perché se fosse sceso ci avrebbe rivelato un volto sbagliato di Dio. Ci avrebbe detto che Dio è potere, e invece Dio è amore, è bontà infinita, è umiltà infinita. Mentre sta soffrendo sulla croce, Gesù sente un ladrone, un condannato, che improvvisamente apre gli occhi, apre il cuore e vede in Gesù una bontà mai vista, che forse aveva sognato, e arriva a dire: ‘Ricordati di me’. Cos’è che l’ha colpito? La bontà di Gesù. E la risposta di Gesù è meravigliosa: ‘Oggi sarai con me in Paradiso’. Poi Gesù vede la madre, e dice: ‘Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre’. Ha donato tutto, vuole donare anche la mamma. E poco dopo esclama: ‘Tutto è compiuto’. Che significa: ho mostrato tutto l’amore di Dio. Ho fatto vedere quanto Dio ci ama, quanto è vero l’amore di Dio”.  Infine le litanie lauretani, per chiedere a Maria la liberazione dall’epidemia che sta dilagando.

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