Irlanda: messaggio di fine anno dei leader cristiani, l’augurio di “un futuro più luminoso e sicuro”

“Un futuro più luminoso e sicuro”. E’ questo l’augurio per il 2021 che i leader delle Chiese cristiane irlandesi inviano in un messaggio diffuso oggi e firmato tutti insieme. “La pandemia del 2020 ha portato dolore, ansia e incertezza, nonché perdita economica e talvolta anche interruzione dei mezzi di sussistenza”, scrivono. “Molti aspetti della vita che avevamo dato per scontati, come visitare i nostri cari nelle case di cura o andare a trovare un amico, sono improvvisamente cambiati”. “Gli eventi del 2020 sono serviti a ricordarci la nostra interconnessione come esseri umani”. Anche le chiese hanno fatto la loro parte per cercare di agire nell’interesse di coloro che sono più vulnerabili ed hanno risposto alle sfide della pandemia, mettendo in campo con creatività servizi online, supporto pastorale e iniziative di preghiera. Il 2021 si prospetta un anno di “nuove sfide e opportunità”. Ai cambiamenti dovuti alla pandemia, si aggiunge per le terre irlandesi e del regno Unito la grande sfida del Brexit. “In qualità di leader della Chiesa, continuiamo a incoraggiare la costruzione di relazioni in queste isole e tra di esse. Il nuovo contesto che la Brexit porta con sé richiede un impegno a lavorare insieme in modo costruttivo”. I leader cristiani ricordano anche che nel 2021 si celebrano i 100 anni della fondazione dell’Irlanda del Nord e della partizione d’Irlanda in due distinti territori, l’attuale Irlanda del Nord (parte del Regno Unito) e lo Stato Libero d’Irlanda, l’attuale Eire. Si tratta di un centenario che dà oggi l’opportunità “per una maggiore comprensione reciproca, per un’ulteriore guarigione e riconciliazione tra le nostre comunità”; per “riflettere insieme sui fallimenti delle nostre relazioni e sull’uso della violenza in tutta l’isola che hanno segnato il nostro passato e che in qualche modo continuano a gettare un’ombra sul presente”. “Ci impegniamo a costruire insieme un futuro in cui la sfiducia e la divisione storica diventino un ricordo del passato”.

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