Premio Sacharov: arcivescovo di Mosul, opposizione bielorussa e attivisti Honduras candidati al riconoscimento del Parlamento Ue

C’è anche l’arcivescovo di Mosul (Iraq), Najeeb Moussa Michaeel, nella terna dei finalisti per l’edizione 2020 del premio Sakharov per la libertà di pensiero, conferito ogni anno dal Parlamento europeo. L’opposizione democratica in Bielorussia e un gruppo di attivisti dell’Honduras sono gli altri candidati a vincere il premio di 50mila euro a simbolico riconoscimento e sostegno delle attività di queste persone o organizzazioni nel difendere i diritti umani e le libertà fondamentali. Il 22 ottobre il Parlamento Ue indicherà il vincitore che riceverà il premio il 16 dicembre, nel corso di una sessione plenaria. Il Consiglio di coordinamento della Bielorussia è una “iniziativa di donne coraggiose”, spiega la nota del Parlamento – tra cui la principale candidata dell’opposizione Sviatlana Tsikhanouskaya, il premio Nobel Svetlana Alexievich, la musicista e attivista politica Maryia Kalesnikava – nonché personalità della società civile che in questi mesi hanno guidato l’opposizione pacifica alla presidenza di Lukashenko; dell’Honduras sono invece 8 attivisti al momento detenuti, per aver partecipato a una protesta pacifica contro una compagnia mineraria inquinatrice. Alla loro candidatura è affiancato il nome di Berta Cáceres, assassinata nel 2016 per il suo impegno contro il land grabbing. Dell’arcivescovo di Mosul si dice invece che “quando l’autoproclamato Stato Islamico è arrivato a Mosul nell’agosto 2014, ha assicurato l’evacuazione di cristiani, siriaci e caldei nel Kurdistan iracheno e ha salvaguardato più di 800 manoscritti storici dal XIII al XIX secolo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa