Coronavirus Covid-19: Cauda, “Immuni importante per tracciare contagi e contenere diffusione virus. Non monitora spostamenti”

8.316.353 download; 8.887 notifiche inviate; 499 utenti positivi. Sono i numeri della App Immuni, secondo l’ultimo aggiornamento (al 13 ottobre) del ministero della Salute che, ferme restando le misure di sicurezza anticontagio – distanziamento fisico, igiene delle mani, mascherina – ne raccomanda fortemente l’adozione. “Io l’ho scaricata, ed anche mia moglie”, dice in un’intervista al Sir Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma. Il sistema di tracciamento funzionerebbe meglio se la sua diffusione fosse capillare. Come, allora, convincere chi è ancora “riluttante”? “Spiegando che è un importante strumento per tracciare i contagi e, insieme al numero dei tamponi – ora quasi stabilmente oltre 100mila e che probabilmente crescerà ancora quando si metteranno a regime anche i test rapidi – per contribuire a contenere la diffusione del virus”, replica l’esperto.
“La vera svolta – osserva – ci sarà quando saranno pienamente validati e accettati i test salivari. Allora quanti più test si effettueranno, tanto più sarà tutelata la collettività. Intanto, però, Immuni consente di avvertire in maniera del tutto anonima, e senza monitorare o tracciare i nostri spostamenti, chi può essere venuto in contatto con un positivo indicandogli la necessità di contattare il medico di base ed eventualmente di fare un tampone. Noi abbiamo il buon esempio della Corea del sud dove l’uso della locale App di tracciamento ha notevolmente limitato la diffusione del virus”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa