Colombia: due militari bruciati vivi e gravemente feriti nel sud del Paese. Mons. Cárdenas (Mocoa-Sibundoy), “non concediamo la vittoria alla violenza”

Attraverso un comunicato, la diocesi colombiana di Mocoa-Sibundoy (che si trova nel dipartimento meridionale del Putumayo) condanna i “gravi fatti” di violenza verificatisi mercoledì 3 settembre nella frazione di Siloé, comune di Villagarzón, dove “due militari sono stati cosparsi di benzina nel corso di una rivolta”, durante un’operazione di sequestro di coca, al confine con l’Ecuador. Il tentativo, da parte di un gruppo della dissidenza Farc, è stato quello di bruciarli vivi e i due militari sono stati gravemente feriti.
La dichiarazione, rilasciata da mons. Juan Carlos Cárdenas Toro, amministratore apostolico della diocesi, condanna categoricamente ogni atto di violenza e sottolinea che tali azioni violano le regole minime di umanità e il diritto internazionale umanitario. Il vescovo esprime la sua solidarietà ai militari coinvolti e alle loro famiglie. Data la gravità dei fatti, invita alla serenità e al rispetto della dignità della vita umana.
“Chiediamo al Dio della vita che cessi ogni forma di violenza nel nostro territorio”. Nel contesto della celebrazione della Settimana per la pace, mons. Cárdenas Toro esorta la comunità a non arrendersi all’orrore. Egli esorta: “Non concediamo alla violenza la vittoria di rinunciare al desiderio che le nostre comunità siano luoghi di pace”.

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