Leone XIV: “dobbiamo essere una Chiesa missionaria, che costruisce ponti di dialogo”, “vogliamo essere una Chiesa sinodale”, un saluto alla sua “amata diocesi” in Perù

(Foto Vatican Media/SIR)

“Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce ponti di dialogo, sempre aperta a ricercare, come questa piazza con le braccia aperte, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo, dell’amore”. Con queste parole, pronunciate dalla Loggia delle Benedizioni e dirette ai fedeli di tutto il mondo nel suo primo saluto, il primo Papa americano, che ha scelto il nome di Leone XIV, ha in un certo senso già delineato il programma del pontificato. Poi, parlando in spagnolo, ha salutato in particolare “la mia amata diocesi di Chiclayo, in Perù”, e il “popolo fedele” che lo ha accompagnato nei suoi ultimi anni da vescovo in quell’angolo del Sudamerica. Il saluto del nuovo Papa si è poi rivolto “a tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, d’Italia e di tutto il mondo”. “Vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, che cerca sempre la pace, cerca sempre la carità, cerca sempre di essere vicina, specialmente a coloro che soffrono”, ha poi aggiunto, rivelando già alcuni tratti significativi del suo stile pastorale. “Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei”, il riferimento alla festività liturgica odierna: “la nostra madre Maria, che volle sempre camminare con noi, stare vicino a noi, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore”. “Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo, e chiediamo questa grazia speciale di Maria, nostra madre”, l’invocazione finale, prima della recita dell’“Ave Maria”, insieme a tutta la piazza, e della sua prima benedizione “Urbi et Orbi”, con la concessione dell’indulgenza plenaria.

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