
Una volta raggiunto il quorum per l’elezione canonicamente valida del nuovo Papa, che in questo 76° conclave della storia della Chiesa è pari a 89 voti, gli viene rivolta la domanda: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. E, dopo la risposta, l’altra domanda: “Con quale nome vuoi essere chiamato?”. Dopo questa breve cerimonia nella Sistina, avviene la bruciatura delle schede e la fumata, che è bianca se l’accettazione è avvenuta. Il nuovo Pontefice si reca nella cosiddetta “Stanza delle lacrime” per indossare le vesti papali e torna nella Sistina, dove si svolge un’altra piccola cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo tipicamente legato al ministero petrino e una preghiera in cui partecipano il primo dell’Ordine dei diaconi, il primo dell’Ordine dei presbiteri e il primo dell’Ordine dei vescovi. Successivamente si compie l’atto di ossequio e di obbedienza dei cardinali al nuovo Papa, sempre nella Sistina. Il Pontefice, appena eletto, mentre esce dalla Cappella Sistina dopo l’atto di omaggio dei cardinali per andare alla Loggia, passa attraverso la Cappella Paolina e fa una breve preghiera personale e silenziosa davanti al Santissimo Sacramento, una novità introdotta nello scorso conclave. Poi riprende il cammino e, dopo l’“Habemus Papam” e l’annuncio del nome da parte del cardinale protodiacono Dominique Mamberti, si affaccia alla Loggia delle Benedizioni per dare alla folla in piazza San Pietro il suo saluto e impartire la prima benedizione “Urbi et Orbi”. In quest’occasione il protodiacono annuncia anche l’indulgenza, come si fa a Pasqua e a Natale.