Violenza su donne: Istat, nel 2022 quasi 3 vittime su 4 inviate dal 1522 ai Cav e alle Case rifugio

Nel 2022 il 73,5% delle donne vittime di violenza che hanno chiamato il 1522 è stato indirizzato verso un servizio territoriale di supporto. Di queste donne, il 94,4% (corrispondenti a 8.070 segnalazioni) è stato inviato a un Centro antiviolenza (Cav), il 2,4% (203) alle forze dell’ordine (Carabinieri o Commissariato di Polizia) e l’1,1% (92) alle Case rifugio. Lo rende noto oggi l’Istat nel report “Il sistema della protezione per le donne vittime di violenza” relativo agli anni 2021 e 2022.
“Per le donne vittime di violenza – viene spiegato – le percentuali di indirizzamento delle richieste verso i Cav presentano differenze a livello territoriale. Sono superiori alla media nazionale (94,4%) in Trentino-Alto Adige (98,9%) Basilicata (98,5%), Emilia-Romagna (97,2%) e Puglia (96,2%). Più contenute le quote nel Lazio (93,9%), in Calabria (93,1%) e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (90,1%). Per quanto riguarda l’invio alle Case rifugio, i valori percentuali sono superiori alla media nazionale (1,1%) nelle Marche (11,2%), in Abruzzo (6,2%) e in Friuli-Venezia-Giulia (2,9%)”.
L’invio alle Forze dell’ordine è più frequente in Friuli-Venezia-Giulia (6,8%) e in Calabria (3,4%).
“In situazioni di emergenza”, prosegue il report, “sono proprio le operatrici del 1522 che possono attivare direttamente i servizi di intervento sanitario (come il 118) e le forze dell’ordine. Nel 2022 per quasi tutte le 28 chiamate in emergenza ricevute è stato richiesto l’intervento del 112”.
Il numero di pubblica utilità 1522 – che “svolge un’importante funzione di snodo a livello territoriale per l’attivazione di servizi anche per utenti che non vivono direttamente la violenza” – vede 15 operatrici specializzate impegnate a livello nazionale nel servizio di accoglienza delle richieste di aiuto e di sostegno di chi subisce molestie, stalking e ogni tipo di violenza fisica, psicologica, economica, in casa, a lavoro o in qualsiasi altro luogo, pubblico o privato.
Le spese totali annuali per sostenere il funzionamento del servizio sono state dichiarate pari a 421.824 euro, il 67,8% di tale cifra copre il costo del personale. Include inoltre i costi riferiti a corsi di formazione, comunicazione e monitoraggio (11,4%), i costi sostenuti per la gestione del sito web (10,5%) e varie spese che incidono per il 10,3% del costo totale.

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