Consiglio d’Europa: Pejcinovic Buric, sostegno alla sovranità della Georgia. Duro richiamo alla Russia. “Rispettate i diritti umani”

“Nel 15° anniversario del conflitto armato tra Georgia e Russia dell’agosto 2008, il Consiglio d’Europa ribadisce il suo inequivocabile sostegno alla sovranità, all’indipendenza e all’integrità territoriale della Georgia all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti”. Lo si legge in una dichiarazione rilasciata a Strasburgo dal segretario generale Marija Pejčinović Burić del Consiglio d’Europa. L’organizzazione internazionale “respinge fermamente il riconoscimento da parte della Russia delle regioni georgiane dell’Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia meridionale, nonché la sua presenza militare nella regione, in palese violazione dei principi e delle norme fondamentali del diritto internazionale”.
“Resto profondamente preoccupata per i diritti umani e la situazione umanitaria della popolazione colpita dal conflitto, che continua a subirne le conseguenze dannose, specialmente nelle aree sotto l’effettivo controllo della Federazione Russa”, sottolinea Pejčinović Burić.
“I diritti e le libertà fondamentali” della popolazione locale, “garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, continuano ad essere gravemente violati anche a causa del cosiddetto processo di ‘frontiera’ a cui ho assistito da vicino durante la mia recente visita nell’area”. La Russia “deve rispettare i suoi obblighi internazionali e attuare pienamente tutte le pertinenti sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e porre rimedio a tutte le violazioni dei diritti umani. Ciò include la creazione delle condizioni per il ritorno volontario, sicuro e dignitoso degli sfollati”.
Infine: “Il Consiglio d’Europa è fortemente impegnato per una pace e una sicurezza globali e durature ed esprime il suo pieno sostegno al processo dei Colloqui internazionali di Ginevra. A questo proposito, non risparmieremo sforzi per sostenere il nostro Stato membro, la Georgia, ad affrontare le conseguenze del conflitto, promuovendo al contempo la riconciliazione, il dialogo e i diritti umani attraverso il programma di misure di rafforzamento della fiducia (Cbm)”.

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