Papa Francesco: ai giornalisti, “con i giovani i discorsi lunghi avevano l’essenziale del messaggio”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

Alla domanda sul perché ha tagliato discorsi e omelie, nel viaggio in aereo di ritorno dalla Gmg, Papa Francesco ha spiegato: “Io quando parlo, non le omelie accademiche, ma questo cerco di farlo il più chiaro. Ma sempre quando parlo cerco la comunicazione. Voi avete visto che anche nell’omelia accademica qualche scherzo, qualche risata la faccio per controllare la comunicazione”. Il Pontefice ha chiarito: “Con i giovani i discorsi lunghi avevano l’essenziale del messaggio e io prendevo lì secondo come sentivo la comunicazione. Avete visto che facevo qualche domanda e subito l’eco mi indicava dove andava la cosa, se era sbagliato o no”. Il Santo Padre ha evidenziato: “I giovani non hanno molto tempo di attenzione. Pensa che se tu fai un discorso chiaro con un’idea, un’immagine, un affetto, ti possono seguire otto minuti”. E ha aggiunto: “Tra parentesi, nell’Evangelii Gaudium, la prima esortazione che ho fatto, ho scritto un lungo capitolo sull’omelia. Perché qui c’è un parroco (riferimento a don Benito Giorgetta, parroco di Termoli, ndr) che sa che le omelie alle volte sono una tortura, una tortura, che parlano bla, bla, e la gente… In qualche paesino, non so se a Termoli, gli uomini escono a farsi una sigaretta e tornano”. Di qui l’invito: “La Chiesa deve convertirsi in questo aspetto della omelia: breve, chiara, con un messaggio chiaro, e affettuosa. Per questo io controllo come va con i giovani e li faccio dire. Ma io ho accorciato perché… a me serve l’idea con i giovani”.

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