Diocesi: mons. Sorrentino, “occorre uno scatto di entusiasmo per non arrendersi alla stanchezza”

“La festa di San Rufino ci porta all’attualità. Ci interroga. Ci chiede se siamo una comunità che si arrende alla stanchezza, che guarda stupita agli eventi che la segnano senza capacità di reazione, quasi arrendendosi a una prospettiva di estinzione. San Rufino ci dice, con il suo martirio, che invece la primavera è già seminata. E per sempre”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, durante il èontificale da lui presieduto oggi per la solennità di San Rufino, patrono della città e della diocesi di Assisi. “Abbiamo la grazia di avere come patrono il fondatore di questa Chiesa. Colui che con la sua parola, la sua vita e il suo sangue ha tracciato la via sulla quale essa ha camminato per secoli. Non tutte le Chiese hanno per patrono il fondatore. È un privilegio che ci fa sentire comunità che cammina nel tempo, nell’unità tra le generazioni che si avvicendano”, l’incipit dell’omelia. “L’era internet – ha proseguito il vescovo – sta riplasmando i nostri pensieri, i nostri costumi, i nostri rapporti”, senza dimenticare “ciò che sta avvenendo nel mondo della famiglia, il piccolo mondo da cui tutto dipende. Siamo ormai in un tempo in cui il valore stesso dell’amore di coppia, che si fa per sempre anche amore genitoriale, capace di indissolubilità e di fecondità, è messo radicalmente in questione. Non sappiamo dove questa crisi dell’istituto matrimoniale ci porterà, ma certamente, se non c’è un’inversione di rotta, non ci porterà verso il bene”. Mons. Sorrentino si è soffermato poi sul prossimo tratto del cammino pastorale: “Parleremo, il 9-10 settembre prossimo, di carità politica, di un amore che, proprio per essere l’amore di Cristo a noi trasmesso da san Rufino, non può essere il piccolo amore dei nostri sentimenti personali espressi in maniera individuale e verso singole situazioni di bisogno, ma deve diventare un amore a tutto campo. Occorre uno scatto di entusiasmo, che parte dal coraggio di guardare in faccia la realtà, ma soprattutto di fissare gli occhi su Cristo”. Le celebrazioni per San Rufino, cominciate venerdì sera con la veglia di preghiera, la processione e la benedizione della città, vanno avanti nel pomeriggio del 12 agosto con la messa delle  18 e il concerto delle 21 in cattedrale, a cura della Cappella musicale di San Rufino.

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