Politica: don Sciortino (Vita pastorale), “l’Europa insensibile a guerra e immigrati”

“Dopo più di un anno dall’invasione russa di Putin all’Ucraina, la guerra sembra quasi sparita dall’orizzonte mediatico. O per lo meno non ha più quell’intensità che un conflitto assurdo e devastante, nel cuore dell’Europa, meriterebbe. Nonostante le ripetute minacce dell’uso di bombe atomiche e l’incubo di un coinvolgimento in guerra di tutto il continente europeo, Italia inclusa”. La denuncia viene da don Antonio Sciortino, direttore di “Vita pastorale”, nell’editoriale del numero di luglio. “Non si vedono all’orizzonte seri tentativi almeno per una tregua all’inutile strage di vittime innocenti, alla devastazione di città e territori, con un carico di sofferenze immani. L’unica voce nella spirale di bombe e di morti è quella di Francesco, che non demorde dal promuovere tentativi di pace, appellandosi alla fraternità tra i popoli e alla comune fede religiosa tra Russia e Ucraina”, denuncia don Sciortino.
Il Papa “mette in guardia il mondo dalle nefaste conseguenze di questa Terza guerra mondiale in corso, combattuta a pezzi”. così come “non si stanca di ricordare che non solo l’uso ma anche lo stesso possesso di ordigni nucleari è immorale, per il clima di paura e di sospetto che genera nel mondo”. In una lettera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, “Francesco sprona l’Onu a uscire da quello stato di paralisi e impotenza in cui versa, e trovare soluzioni ai conflitti in corso, non solo quello in Ucraina. La pace è possibile, se davvero la si vuole e la si cerca. Occorre investire, con coraggio, non sulla corsa agli armamenti, ma sulla diplomazia e i negoziati. La guerra deve appartenere al passato, non al futuro del mondo”.
L’altro tema su cui tenere accesi i fari dei mass media è, per il direttore di “Vita pastorale”, quello dell’immigrazione: “Dopo Cutro, a distanza di un mese e mezzo circa, un’altra terribile strage nel Mar Egeo, a poche miglia dalle coste greche, con più di seicento morti, per lo più donne e bambini. Un centinaio i sopravvissuti al naufragio del peschereccio partito dalla Libia con 750 immigrati stipati a bordo. Inascoltati i tanti Sos e allarmi nei giorni in balìa del mare, con forte vento e senza più acqua per dissetarsi. È questa, negli ultimi dieci anni, la più grave tragedia nel Mediterraneo, il cimitero più grande d’Europa”. Don Sciortino avverte: “Il cinismo della Grecia e la disumanità dell’Europa non fanno onore al nostro continente. Il nazionalismo degli Stati affossa anche i valori di giustizia e di umana pietà”. Eppure, “allargare i ‘corridoi umanitari’, accogliere e integrare migranti in cerca di speranza e lavoro, farebbe bene alla stessa Italia e all’Europa intera. La terra è di tutti e tutti hanno diritto a muoversi liberamente. Soprattutto se fuggono da Paesi in guerra e da condizioni di vita impossibili”. Tutto il resto, conclude il direttore della rivista, “è meschinità di una politica di corto respiro”.

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