Mezzogiorno: “Custodi del Bello”, il “franchising sociale” che contrasta povertà ed emarginazione

Il progetto progetto “Custodi del Bello”, presentato oggi a Roma da Caritas italiana e Fondazione con il Sud, si articola in tre fasi principali. Nella prima enti locali, del Terzo settore e le Caritas diocesane selezionano le persone fragili italiane e straniere in stato di difficoltà. Nella seconda fase, i soggetti vengono formati per far parte delle squadre di intervento coordinate da personale specializzato e iniziano la loro attività di cura delle città che dura circa 6 mesi. La terza fase prevede l’inserimento lavorativo dei “Custodi del Bello”. Grazie all’attivazione di reti con le imprese locali, il Terzo settore, le amministrazioni e al percorso fatto nei mesi precedenti, alle persone fragili vengono offerte opportunità lavorative e/o percorsi di formazione finalizzati all’assunzione come stage e tirocini.
Possono diventare “Custodi” tutte le persone in stato di difficoltà sia economica sia sociale: poveri, disoccupati, migranti regolari non ancora integrati, giovani neet che non lavorano e non studiano, over 50 esclusi dal mercato del lavoro che avranno l’opportunità di essere formate e accompagnate al reinserimento nel mondo del lavoro.
Tutte le amministrazioni locali, enti di Terzo settore e mondo imprenditoriale possono aderire al progetto e portarlo nella propria città e nel proprio quartiere. Custodi del Bello è definito un “franchising sociale” perché parte da un format definito che ha la capacità di adattarsi alle diverse realtà locali. Per richiedere informazioni basta inviare una mail a info@custodidelbello.org o visitare il sito custodidelbello.org.
Da alcuni mesi è aperta una raccolta fondi sulla piattaforma “For Funding” di “Intesa San Paolo” che permette a chiunque, anche con una piccola donazione, di sostenere i “Custodi del Bello”. L’obiettivo è raccogliere 200mila euro per avviare 6 nuove squadre che saranno impegnate per un anno intero, coinvolgendo 36 persone fragili.
I risultati raccolti fino ad oggi nelle città dove il progetto è attivo dimostrano che i “Custodi del Bello” sono “un’azione efficace che aiuta concretamente ‘gli ultimi’. Oltre il 50% dei partecipanti al termine del progetto ha trovato lavoro, diventando parte attiva della comunità. Questo dimostra concretamente come il format possa essere adottato come un’efficace misura di contrasto alla povertà”.
Diversi studi dimostrano come il degrado e l’incuria dei quartieri delle città vada di pari passo con l’insicurezza, l’illegalità diffusa e le difficoltà economiche e sociali dei cittadini. Con un’unica azione, i “Custodi del Bello” vogliono “portare un cambiamento positivo, incidendo sia nella vita delle persone che in quella dei quartieri più in difficoltà e a rischio. Un giardino o un parco curato e vigilato porterà famiglie e cittadini a frequentarlo, allontanando attività illegali spesso diffuse dove non c’è cura e presidio cittadino”. Il progetto vuole incidere anche sull’integrazione degli stranieri residenti, di cui uno su tre (32%) si trova in stato di povertà, rispetto a una media nazionale del 7,5%.

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