Femminicidio: Salvatore (progetto “Respiro”), “indignati per l’intervista a Parolisi in tv, tuteliamo i diritti degli orfani anche da violenza mediatica”

“Ogni giorno ci confrontiamo col dolore e la solitudine dei bambini e ragazzi rimasti orfani e proviamo a supportare loro e i loro ‘caregiver’ in una vita ormai segnata dalla tragedia”. Inizia così la lettera che Fedele Salvatore, presidente della cooperativa sociale “Irene ’95” di Marigliano (Na), capofila di una rete di enti di tutta l’Italia meridionale, che fa capo al Cismai, nel progetto “Respiro” per i cosiddetti “orfani speciali”, orfani di femminicidi e crimini domestici, sostenuto dall’impresa sociale “Con i Bambini”, ha scritto a Federica Sciarelli, per
esprimere “la nostra indignazione per la trasmissione dell’intervista a Salvatore Parolisi” durante “Chi l’ha visto”, mercoledì 5 luglio.
“Qual era l’intento dell’intervista? Come è possibile che una giornalista del suo spessore e della sua professionalità permetta che vada in onda un’intervista intrisa del peggior maschilismo, dove non viene pronunciata dal Parolisi neanche una parola di pentimento, dove tutto si gioca nel racconto di tradimenti, mancate relazioni sessuali, ‘diritti del maschio’ nei confronti della femmina, dove l’intervistato si racconta come una vittima?”, si chiede Salvatore. “Come è possibile che non si sia pensato che queste immagini e queste parole sarebbero state viste da una ragazza (figlia) ormai grande e da familiari, che stanno facendo ancora grande fatica ad elaborare un lutto così devastante? Perché si dà tanta voce e parola ad uno che racconta e si racconta solo come uno ‘sciupafemmene’?”, domanda ancora il responsabile del progetto “Respiro”, che denuncia: “Ancora una volta lo strapotere degli ‘adulti’ crea danni ad un’infanzia alla quale non viene riconosciuto nessun diritto. Il punto di vista dei bambini e delle bambine non viene tenuto in nessun conto quando tragedie di questo tipo segnano un’intera esistenza e tutto viene dato in pasto al peggior sciacallaggio mediatico e dei social. Gli orfani dei femminicidi e dei crimini domestici non si meritano tutto ciò. E noi faremo di tutto per tutelarli, proteggerli, curarli in questa società che continua ad essere totalmente adultocentrica”.

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