Diocesi: Palermo, il 2 dicembre all’Istituto Arrupe dialogo con l’arcivescovo Lorefice e don Ciotti

“Quali trasformazioni per una città più giusta”. È questo il tema che animerà il confronto con gli interventi di don Luigi Ciotti e dell’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, sabato 2 dicembre, dalle 10 alle 13.30, all’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe”. A moderare l’incontrò sarà p. Gianni Notari, direttore dell’istituto Pedro Arrupe.
Nel trentennale del martirio di padre Puglisi, l’Istituto Arrupe propone un incontro aperto a tutta la cittadinanza. Nello specifico, si aprirà una riflessione su quale città desideriamo e come è possibile costruirla a partire dalle periferie sociali ed esistenziali, dagli ultimi e da chi non sente risposte alle proprie istanze. Come è possibile rispondere a queste “sofferenze urbane”: il ri-diffondersi delle droghe nei quartieri, la carenza della politica nella gestione degli spazi comuni e nella tutela dei diritti dei cittadini e il dilagare e consolidarsi di una mafia di prossimità nei nostri territori. Palermo 2023 è “una città a macchia di leopardo” dove, accanto a quartieri su cui si opera con interventi massicci di rigenerazione urbana, vivono aree in cui la povertà, le mafie, il disagio sociale e il degrado continuano a crescere e a radicalizzarsi. Quali sono gli elementi che “inquinano” la comunità e che la rendono indifferente a queste istanze e quali politiche e azioni concrete intendiamo proporre? “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” è l’invito che padre Pino Puglisi con la sua testimonianza e con il suo martirio continua ancora oggi a rivolgere a Palermo.
Alle 11, si avvieranno i lavori di gruppo dei partecipanti sugli stimoli della relazione di don Luigi Ciotti. Alle 12.30 si proseguirà con la partecipazione dell’arcivescovo Lorefice. “Purtroppo continuiamo ad assistere ad una frattura tra i linguaggi della politica e quelli delle persone che vivono il territorio – afferma p. Gianni Notari, direttore dell’Istituto Pedro Arrupe – con una disattenzione continua al mondo dei giovani. A dare alcune risposte, spesso sono solo le associazioni che, nonostante le scarse risorse a loro dedicate, rappresentano un vero e proprio lievito sociale, esprimendo nuovi contenuti, modelli di partecipazione sociale e di cittadinanza attiva in una logica di rete”.

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