Dipendenze: card. Zuppi, “la cronicità della povertà è preoccupante, è il fallimento dell’ascensore sociale, dell’umanesimo”

“In questi due anni dopo il Covid, l’Occidente, l’Europa, in particolare l’Italia sta programmando il futuro, il Pnrr è, dovrebbe essere una cosa serissima perché significa preparare il futuro. Ma che futuro vogliamo?”. Se lo è chiesto, ieri sera, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenendo alla giornata di riflessione e studio sul tema “Il Progetto Uomo fra storia e profezia , dipendenze e povertà educative oggi”, organizzata dal Centro di Solidarietà di Firenze. “Il rischio è di non costruire un sistema, mentre per il mondo delle dipendenze ha bisogno di stabilità per costruire e tirare fuori i ragazzi dalla condizione in cui vivono. La Caritas italiana ha dati preoccupanti sulla povertà, anche i dati dell’Istat ci offrono una fotografia di quello che siamo ed è preoccupante. I poveri, dice la Caritas, sono figli di poveri, c’è una cronicità che ci deve preoccupare perché è il fallimento dell’ascensore sociale, dell’umanesimo che ci è stato affidato: che i poveri siano sempre di più e siano figli di poveri significa che andiamo verso le caste”, ha avvertito il porporato.
“Le dipendenze sono aumentate, è diminuita l’età in cui iniziano le dipendenze, che sono sorelle tra loro e una tira l’altra. Quando si è un’isola è più facile cadere in una dipendenza, solo costruendo la comunità e la persona si possono contrastare – ha proseguito -. È anche importante che ci siano professionalità in questo campo. Professionalità senza perdere il gusto di essere una comunità che aiuta. Profezia che si traduce in vita che cambia anche se sembra impossibile”. Il cardinale ha concluso ringraziando il Centro di solidarietà: “Grazie perché aiutate la Chiesa a diventare di più Buon Samaritano”.

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