Mozambico: Ruscia (Avsi), “a Cabo Delgado raggiunto il numero record di sfollati, 950mila”

A Cabo Delgado, nella provincia settentrionale del Mozambico afflitta dal conflitto iniziato nel 2017, in questi giorni è stato raggiunto il record di sfollati: “Sono 950.000, oltre 200.000 in più negli ultimi mesi, a causa delle recrudescenze negli attacchi”. A parlare al Sir dalla città di Pemba è Miriam Ruscio, coordinatrice programmi a livello regionale per l’Africa del Sud-Est dell’Avsi. Le vittime dall’inizio del conflitto sono circa 2.000/2.500, sicuramente sottostimate. La dinamica è più o meno la stessa: uomini armati di matrice jihadista, in possesso di ordigni esplosivi, entrano nei villaggi e fanno terra bruciata di tutto ciò che incontrano, attaccando soprattutto i centri di salute, le scuole, gli istituti religiosi. Un modo per terrorizzare la popolazione e costringerli a fuggire verso sud. La scorsa settimana a causa di diversi attacchi, compreso quello alla missione di Chipene dove è stata uccisa suor Maria De Coppi, nella provincia di Nampula, sono fuggite 11.606 persone. Le zone sicure sono sempre meno. Nella città di Pemba e in altre zone si allargano perciò a dismisura i campi per sfollati. Il 60% sono bambini. Diventano una sorta di villaggi di fortuna, con una organizzazione comunitaria interna e la presenza delle grandi organizzazioni internazionali e delle Ong, tra cui l’Avsi, presente in diverse zone del Mozambico dal 2010 e dal 2013 nella provincia di Cabo Delgado. “Negli ultimi tempi stavamo lavorando ai ritorni volontari delle persone – racconta Ruscio –. Purtroppo con l’aumento degli attacchi nei mesi di giugno-luglio tutto è stato rimesso in discussione. In città c’è una sorta di calma apparente ma la situazione è instabile. Ora è diventato impossibile pensare ai rientri”. Dopo gli ultimi attacchi l’allerta è aumentata e le misure di sicurezza pure. Gli spostamenti del personale sono limitati e sotto controllo, c’è un monitoraggio continuo della situazione. “Non ci facciamo prendere dalla paura e siamo pronti ad adattare il nostro intervento, senza mai perdere la speranza. Ma non ci sentiamo un target e non penso che la matrice del conflitto sia religiosa – precisa –. Questi gruppi assaltano chiunque incontrino sul loro cammino per seminare il panico. A livello di base musulmani e cristiani convivono serenamente e si rispettano”. Sul campo sono presenti forze governative e militari rwandesi, ma il territorio non è ancora sotto controllo. Il governo mozambicano ha lanciato un piano per la ricostruzione della provincia di Cabo Delgado che si dovrebbe concludere nel 2015, anche se “è difficile parlare di ricostruzione finché non c’è un’azione seria di contenimento del conflitto”, osserva la cooperante dell’Avsi.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori