Ucraina: Caritas Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e redazione Luce e Vita, appello per l’acquisto di un dissalatore per Mykolaiv (Ucraina)

A causa della guerra, la popolazione di Mykolaïv (Ucraina), dimezzatasi dall’inizio del conflitto, sta affrontando una grave crisi idrica. Per questo, la Caritas della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e la redazione di Luce e Vita, con il sostegno del vescovo Domenico Cornacchia, rivolgono un appello a d aiutare ad acquistare un dissalatore da donare alla città di Mykolaïv. L’obiettivo – si legge in un comunicato della diocesi – è quello di arrivare alla cifra di 11mila euro. In questo modo, si potrebbero garantire dai 17 ai 20mila litri di acqua potabile al giorno alla popolazione locale, aiutando in maniera effettiva i civili di Mykolaïv. “Il conflitto scatenato dalla Russia – scrive la diocesi – ha portato all’interruzione delle forniture idriche vitali verso la città. Inoltre, le installazioni di depurazione e dissalazione dell’acqua sono state spesso oggetto di attacchi missilistici, i quali hanno ridotto al minimo la capacità della città di far fronte al proprio fabbisogno giornaliero”. La diocesi aderisce così alle iniziative di pace e solidarietà avviate dal Coordinamento #Stopthewarnow, una rete di oltre 175 enti italiani, coordinata da Comunità Papa Giovanni XXIII, da Pro Civitate Christiana e dalle reti nazionali Focsiv, Aoi, Rete Italiana Pace e Disarmo, Libera contro le mafie. A giugno è partita dall’Italia una “carovana” con destinazione Odessa e Mykolaïv alla quale ha partecipato anche mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio. Secondo alcune stime locali fornite a Stopthewarnow, nel giugno 2022 solo 1/7 dell’acqua idealmente necessaria per rifornire adeguatamente la popolazione era attualmente in funzione. Ad oggi, la città di Mykolaïv dipende per lo più dagli aiuti provenienti da Odessa. Con l’avvicinarsi dell’inverno, tuttavia, questi saranno sempre più difficili da far giungere agli abitanti assediati e si rischia il peggioramento di una già grave crisi umanitaria.

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