Colombia: mons. Cabrejos (Celam), “fede e violenza sono incompatibili”

(Foto: Celam)

“Ci rammarichiamo con profonda delusione di come enormi quantità di denaro siano destinate alla guerra, invece di investire sulle cause dei conflitti”, “in modo intelligente e andando alla radice”. In quest’ottica, “occorre discernere la volontà di Dio nella storia dell’America Latina e la posizione di Papa Francesco, che fin dall’inizio del suo pontificato ha insistito sulla necessità del disarmo. Accolgo con favore questo inizio del seminario internazionale sostenuto dal Celam nell’Università Santo Tomás de Bogotá”. Lo ha detto ieri il presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), aprendo i lavori dell’incontro internazionale, appunto sul tema del disarmo, con importanti ospiti colombiani, in un Paese chiave per la pace nel continente, e di altri Paesi latinoamericani.
In “Fratelli tutti”, ha proseguito mons. Cabrejos, si denuncia la manipolazione delle informazioni e talvolta si sceglie la guerra con scuse umanitarie. “La guerra non è mai la soluzione. Guardiamo la profezia di Isaia. Il Papa ci chiama alla non proliferazione delle armi”. La forza del cristiano è “rigettare ogni violenza, fede e violenza sono incompatibili. Grazie agli sforzi dell’Alleanza internazionale che convoca questo seminario per lottare per il disarmo”.
Cristiano Morsolin, esperto in diritti umani, partecipante al seminario internazionale e collaboratore sui temi della pace dell’Università Santo Tomás, afferma al Sir: “Questo seminario internazionale ha reso omaggio al ministro designato della Difesa Iván Velásquez, già direttore dell’ong Giustizia e Democrazia, componente dell’Alleanza per il disarmo e del Tribunale permanente dei popoli. Una figura moralmente irreprensibile per la sua lotta per la difesa dei diritti umani e contro la corruzione, in contesti difficili, come ad esempio il Guatemala, una lotta che gli è costata la persecuzione. Dal Ministero della Difesa può creare le condizioni per mettere in pratica le raccomandazioni di questo seminario internazionale, e soprattutto cambiare la dottrina del ‘nemico interno’, che ha caratterizzato decenni di storia colombiana, per difendere la vita e la pace”.

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