Lotta alla mafia: don Ciotti (Libera), “la politica e il sociale devono incontrarsi sul piano del bene comune”

In occasione del trentennale della morte di Rita Atria, giovane testimone di giustizia, stamattina in Viale Amelia a Roma dove la giovane siciliana si è suicidata, il presidente della Camera Roberto Fico e don Luigi Ciotti, presidente di Libera, hanno depositato un cuscino di fiori davanti alla targa presente nei giardini. Dopo aver depositato i fiori il presidente della Camera e il presidente di Libera hanno osservato un minuto di raccoglimento. All’iniziativa erano presenti tanti giovani provenienti da tutta Italia che partecipano ai campi di formazione e impegno di Libera.
“Cara Rita –  ha dichiarato don Ciotti -, ci hai esortato a lottare contro ‘la mafia che è dentro di noi’, ma è un invito che pochi hanno trasformato in etica. Oggi il crimine organizzato si è trasformato in crimine normalizzato. Le mafie sono diventate uno dei tanti problemi. La politica, salvo eccezioni, se non combatte le ingiustizie diventa potenzialmente criminogena. Il primo crimine lo combatte verso se stessa quando tradisce la sua vocazione di bene comune, quando vende l’anima alle logiche di potere, quando è troppo occupata ad ottenere il consenso senza ascoltare le domande e le speranze degli ultimi. La politica e il sociale devono incontrarsi sul piano del bene comune. La politica indifferente e superficiale alla dimensione sociale non è politica. Ecco che il nostro pensiero deve essere integro e completo. Non ci può essere democrazia senza partecipazione, non c’è libertà senza giustizia sociale, non c’è giustizia senza verità”.

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