Ambiente: Gabrieli (Cnr), “entro il 2050 i paesaggi montani di Alpi e Appennini potrebbero essere cancellati per eventi estremi indotti da cambiamenti climatici”

(Foto: Greenaccord)

“I paesaggi montani delle Alpi e degli Appennini, entro il 2050, potrebbero essere cancellati dalla scenografia territoriale italiana per l’accelerazione esponenziale degli eventi estremi indotti dai cambiamenti climatici. La perdita delle montagne, con la contestuale perdita dei ghiacciai e crescita dei volumi d’acqua con il pericolo di avere città sempre più inondate, va seriamente contrastata con misure incrementali di adattamento per evitare il definitivo spopolamento delle aree interne e dei borghi che ospitano boschi e foreste dall’inestimabile biodiversità”. Il ricercatore dell’Istituto di Scienze polari del Cnr Jacopo Gabrieli, tra i protagonisti della seconda giornata del Forum “Riabitare la montagna” promosso da Greenaccord nel Centro Papa Luciani di Santa Giustina (Bl), ha sottolineato l’urgenza di una radicale trasformazione dei nostri stili di vita per gli impatti dell’azione umana sugli equilibri degli ecosistemi, ma anche l’esigenza di una profonda rivisitazione dei modelli di comunicazione della crisi climatica per una opinione pubblica più informata e consapevole.
“Non si possono confondere ancora i concetti di meteo e clima – ha proseguito Gabrieli – né reiterare l’idea di un dibattito sulla crisi climatica equidistante tra negazionisti e scienziati, quando il 99% degli scienziati mondiali è unanime nei pronunciamenti e, ancor più, in un pianeta sempre più vulnerabile in cui la concentrazione di anidride carbonica ha raggiunto valori mai sfiorati negli ultimi 800mila anni (quasi 420 parti per milioni) e, dunque, davvero non si può pensare di rimanere sani in un mondo malato, come più volte sottolinea Papa Francesco”.
L’esperto ha poi fatto riferimento ad un altro problema di grande attualità: “Per la carenza idrica corriamo oggi ai ripari con i desalinizzatori, come in Israele, per catturare CO2 pensiamo di usare il sottosuolo. Rincorriamo prospettive lontane senza focalizzarci sul problema”. Nel bellunese, il 50-60% dell’acqua viene persa nelle tubature. In agricoltura, si perde ancora tantissima acqua come se non ci fosse una soluzione. Bisogna minimizzare le perdite di acqua con programmazioni puntuali e scegliere per il futuro coltivazioni diverse rispetto al passato. E ridurre immediatamente le emissioni. “Adattarsi ai cambiamenti sta iniziando a costare tanto, se useremo meno la macchina sarà solo per il costo del carburante. La prospettiva è cambiare perché l’adattamento costa tanto, anche i Paesi emergenti lo stanno capendo”.

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