Ucraina: Save the Children, al via in Italia il progetto “Druzi” per sostegno on line a bambini e adolescenti

Parte in Italia il progetto “Druzi” (“Amici” in lingua ucraina), un sostegno personalizzato online per i bambini e gli adolescenti in fuga dal conflitto da parte di più di 300 volontari che parlano la loro lingua. È una delle iniziativa di Save the Children, che dai primi di marzo sta portando avanti in Italia un intervento integrato per sostenere minori e famiglie di profughi fuggiti dall’Ucraina, che si snoda lungo tre direttrici: protezione, sostegno all’accoglienza e sostegno alla integrazione. Sono state già supportate quasi 2.100 persone, per lo più donne e bambini. Tra questi, anche 92 – 42 bambini con le loro mamme e 21 bambini non accompagnati – per le quali Save the Children, in collaborazione con il Cir (Centro italiano rifugiati), ha curato un trasferimento in sicurezza dalla Polonia. Il progetto “Druzi” prevede l’affiancamento personalizzato e continuativo da parte di volontari, in prevalenza appartenenti alla comunità ucraina in Italia con competenze linguistiche, ai bambini e agli adolescenti tra i 9 e i 18 anni giunti in Italia in fuga dal conflitto. Attraverso un tablet con connessione internet, potranno fruire di incontri on line con giovani volontari che parlano la loro lingua ma vivono stabilmente in Italia. I volontari, dopo un percorso formativo e sotto la supervisione di una equipe di educatori e di psicologi, li accompagneranno alla conoscenza dell’Italia e delle città dove sono ospitati, li sosterranno nel mantenimento delle competenze di base, del percorso scolastico (molti bambini e adolescenti continuano a frequentare la loro scuola in Ucraina tramite la Dad), favoriranno l’apprendimento di nozioni di base della lingua italiana, promuoveranno attività di lettura e di gioco. Un’opportunità, dunque, per i bambini e gli adolescenti di potersi esprimere nella propria lingua in un contesto protetto, allargando la rete delle relazioni. I ragazzi che partecipano al progetto sono al momento quelli presenti all’interno degli hotel e dei centri destinati all’accoglienza collettiva. Accedono al servizio dopo un breve colloquio informativo che coinvolge anche il genitore o il loro tutore. Nei primi giorni già più di 300 volontari si sono resi disponibili (info: volontariperleducazione@savethechildren.org).

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