Diritti umani: Amnesty, “politiche negative e norme restrittive anche in Italia”. 32.425 migranti respinti in Libia, la cifra più alta

“Politiche negative, norme restrittive e violazioni nei confronti delle persone più vulnerabili, delle minoranze, della società civile impegnata nella difesa di spazi di libertà e solidarietà” sono accadute anche in Italia nel 2021. Lo ha detto ieri Ilaria Masinara, direttrice delle Campagne di Amnesty international Italia, durante la presentazione a Roma del Rapporto 2021-2022 sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Tra le categorie più colpite le persone in fuga da conflitti e povertà: 1.553 vittime nel Mediterraneo rispetto alle 999 dell’intero 2020. Il governo italiano ha continuato nella pratica di “esternalizzazione delle frontiere, appaltando la gestione ai guardiacoste libici con lo scopo di riportare i migranti in Libia, esponendoli a gravi violazioni dei diritti: a fine anno sono stati 32.425 i rifugiati e migranti catturati nel Mediterraneo centrale, la cifra più alta mai registrata”. Non va meglio a chi riesce a raggiungere il nostro Paese, “come nel caso delle persone detenute nei centri per il rimpatrio o private della libertà sulle navi quarantena”. Migliaia di migranti hanno continuato a “lavorare in condizioni di sfruttamento e a vivere in situazioni inadeguate negli insediamenti informali” e nonostante la regolarizzazione proposta nel 2020 all’inizio della pandemia “decine di migliaia di richieste sono ancora inevase”. E’ proseguito inoltre l’accanimento giudiziario nei confronti della solidarietà, con misure amministrative, sanzioni penali e cause giudiziarie contro le Ong di ricerca e soccorso in mare. Preoccupazione viene espressa anche per le persone in carcere, sia per il sovraffollamento in un contesto di pandemia, sia per gli episodi di tortura, maltrattamenti e pestaggi.

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