Diocesi: Vicenza, al lavoro per realizzare un centro di accoglienza e servizi per i senza dimora

L’ex pensionato studenti Madonna di Monte Berico di contra’ San Marco, di proprietà della diocesi di Vicenza, punta a diventare una “stazione di posta”, ovvero un centro per l’accoglienza notturna e i servizi diurni per le persone in povertà estrema e senza dimora.
Il progetto rientra tra quelli per i quali il Comune di Vicenza concorre ai fondi previsti dal Pnrr in ambito sociale, in qualità di capofila dell’ambito territoriale sociale Ven-06. Per realizzare la stazione di posta, la ciocesi è infatti pronta a cedere a titolo gratuito o donazione modale per 20 anni al Comune il diritto di superficie sull’immobile, già messo a disposizione dal 2020 per ospitare l’albergo cittadino. Questa mattina hanno illustrato l’accordo il sindaco Francesco Rucco, con l’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto, e il vescovo mons. Beniamino Pizziol, accompagnato dall’economo della diocesi monsignor Giuseppe Miola. “La Chiesa vicentina – ha commentato mons. Pizziol – da tempo si interroga sulla più corretta destinazione d’uso dei propri immobili in un mutato contesto sociale e culturale. Anche quando un bene non serve più direttamente alla Chiesa, è mio desiderio che resti adibito ad un uso socialmente rilevante, soprattutto in favore dei più poveri. Già da tre anni l’ex pensionato studenti era a disposizione nel periodo invernale (grazie ad una sinergia preziosa tra Comune, Diocesi e Caritas) per accogliere persone senza fissa dimora che non trovano posto nelle altre strutture di accoglienza presenti in città. Il numero di persone che finiscono in povertà assoluta cresce drammaticamente di anno in anno. Ora, grazie alla rinnovata disponibilità della diocesi, all’impegno del Comune e ai fondi Pnrr, l’accoglienza a San Marco potrà essere effettuata con maggiore stabilità, verso un maggior numero di persone e in spazi resi più consoni e dignitosi. Destinare questi spazi a chi è più fragile e si trova in situazioni di grave marginalità credo sia per tutti – in questo particolare momento storico che stiamo vivendo – un motivo di speranza e uno stimolo ad un maggiore impegno nella prossimità e nell’accoglienza”.

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