Linguaggio inclusivo: Università Cattolica, “uso forme linguistiche ‘gender fair’ apporta notevoli benefici nei contesti aziendali”

Modificare il comportamento, attraverso un incremento di utilizzo di forme linguistiche gender fair, e in particolar modo della doppia declinazione, può apportare benefici per le organizzazioni e per le persone che ci lavorano.  E’, in estrema sintesi, quanto emerge dal progetto di ricerca “Stili comunicativi e benessere in azienda: maschile generico, doppia declinazione o neutro?”, condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con Diversity and Inclusion Speaking e due grandi aziende italiane: Enel Italia e Fastweb. La ricerca, che ha coinvolto oltre 1.100 dipendenti, coordinata dalla psicologa sociale Claudia Manzi, è frutto di un innovativo studio scientifico cui ha lavorato un team di ricerca inter-ateneo (oltre alla Cattolica, l’Università La Sapienza di Roma e l’Università di Perugia.
I dati dell’indagine sono stati presentati ieri dalla professoressa della Cattolica Manzi e da Eleonora Crapolicchio, ricercatrice di Psicologia sociale dello stesso Ateneso, nel corso di un evento sul tema delle “sfide del linguaggio inclusivo nelle organizzazioni lavorative” e ispirato al libro “Ben detto” di Alexa Pantanella, pubblicato dalla casa editrice Lab Dfg, e primo saggio in Italia su come utilizzare il linguaggio in modo più rispettoso e consapevole.
All’iniziativa, introdotta da Raffaella Iafrate, delegata per le Pari opportunità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è seguita anche una tavola rotonda che, moderata dalla giornalista Paola Centomo, ha contribuito ad approfondire le pratiche più ricorrenti e gli effetti osservati nei diversi ambiti lavorativi: da quello aziendale a quello dell’intrattenimento. Ne hanno discusso insieme all’autrice del libro, Ceo Diversity & Inclusion Speaking, Marco Micali, Internal Communication & Inclusion Professional Fastweb, Raffaella Poggi d’Angelo, Head of People Care, Diversity and Inclusion Enel Italia, Ippolita Baldini, attrice, Jack Blanga, direttore creativo e consigliere Art Directors Club Italia.I risultati dell’indagine saranno ulteriormente arricchiti attraverso studi futuri, di natura sperimentale e longitudinale.

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