Giornata internazionale disabilità: Bollani (Anffas Lombardia), “riscoprire valore e principi dell’inclusione, oltre la logica della standardizzazione normativa”

“Molte delle nostre organizzazioni sono nate per dare una prospettiva diversa. Nel corso degli anni i servizi si sono strutturati per garantire cura e assistenza e hanno finito per perdere di vista delle opportunità di vita indipendente”. Lo ha detto Marco Bollani, educatore e tecnico tiduciario Anffas Lombardia, durante l’incontro “Dal Diritto di indipendenza al bisogno di Appartenenza nella società e nella comunità cristiana” promosso dal Servizio nazionale per le persone con disabilità della Cei in occasione della Giornata internazionale. “Oggi – ha aggiunto – è un tempo in cui bisogna riscoprire il valore e i principi dell’inclusione e dell’appartenenza, ben oltre la logica della standardizzazione normativa. Bisogna ripartire dai veri motivi che hanno portato le persone a mettere in piedi i servizi”. “Il vostro stimolo non è solo a ragionare sul diritto a una vita indipendente, ma anche sul tema dell’innovazione suggerito dall’Onu, cioè sui sistemi per offrire nuove opportunità di vita. Sul piano della indipendenza – ha proseguito -, la vostra riflessione ci porta a dire che l’indipendenza non si può realizzare senza risposte ai bisogni esistenziali. Il diritto della vita indipendente non può essere promosso in maniera spersonalizzante senza tener conto delle aspettative della persona. Questo significa che non esiste un modo unico di promuovere la vita indipendente che possa andar bene per tutte le persone ma il contrario. Significa che per ogni persona esistono le più ampie possibilità immaginabili di vita indipendente: non solo presso una struttura residenziale ma anche a casa propria, non solo con molte altre persone ma anche con un numero ristretto, sempre con gli spazi necessari per la propria riservatezza ma con le forme più varie possibili perché vita indipendente non significa senza dipendenza ma con la possibilità di scegliere dove e con chi vivere. Per poter passare da un approccio di assistenza a quello della promozione, è importante che ci siano sul campo tutte le soluzioni”. “Promuovere la vita indipendente – ha concluso Bollani – non significa solo realizzare delle strutture ma costruire delle relazioni dentro e intorno per dare la possibilità di sentire di partecipare la propria appartenenza in relazione con altre persone. Chi si occupa di cambiamenti necessari per migliorare le condizioni sa che l’innovazione sociale non si produce per legge, ma sul campo e rispondendo ai bisogni delle persone. Quando le risposte sono nuove e funzionano possono diventare legge”.

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